A
volte la storia t’invecchia in un botto, oppure semplicemente ti fa
rivivere emozioni datate con gli occhiali del presente. Pensiamo al
Tour de France del 1986, Urs Zimmermann sul podio con la maglia
svizzera, dietro al duo Greg LeMond e Bernard Hinault, compagni di
squadra, che fanno il vuoto sulla mitica Alpe d’Huez arrivando mano
nella mano. Urs perde 5 minuti. Ma chiude sul podio il Tour. Non il
primo svizzero a podio in rossocrociato alla Grande Boucle, il mitico
Ferdi Kübler nel 1950 scambiò la maglia svizzera col giallo del
trionfo (prima del successo di Hugo Koblet ma non da campione
svizzero). Altri svizzeri hanno onorato la maglia rossa con la croce
bianca, come nel 1936 Paul Egli (prima tappa vinta al Tour e maglia
gialla), con il simbolo svizzero sulla spalla. Gilbert Glaus nel 1983
vinse sui Campi Elisi (unico elvetico ad esserci riuscito) ma la
maglia svizzera era stata da poco trasformata in quella della Cilo
per il successo di Demierre a Mendrisio; tanti ci hanno provato ed
emozionato (Pascal Richard o Stefan Küng), fino ovviamente all’icona
Fabian Cancellara. Tra prologhi e tappe, maglie svizzere e mondiali,
gialle non basterebbe fargli indossare la mitica e un po’
strampalata maglia “generale mista” che indossava ad esempio
proprio Hinault nel 1986. Tutto questo (e tanto altro e altri) per
dire che Mauro Schmid ha appassionato con la maglia svizzera, perso
di un nulla la volata a due (tre con l’idiota di turno piombato in
strada), di una bellissima tappa, con Pogacar che cadendo ha
rischiato grosso (bravo il gruppo ad aspettarlo) e Abrahamsen primo.
Ma Schmid con la maglia della Svizzera, accompagnato dal vibrante e
competente duo Ferrando-Vitali, ci ha fatto sognare e ricordare
alcune (tra le tante) imprese con la maglia rossocrociata. Che bel
Tour.
TOUR DE FRANCE

Tour e maglia svizzera, magie