Ecco il primo arrivo sui
Pirenei, si arrivava a Hautacam. Prima tappa con la conclusione in
salita e grande caldo. E sulla montagna è spuntato l'arcobaleno, che
ha illuminato un paesaggio straordinario. L'erta era piena di tifosi,
che hanno assistito a uno spettacolo fantastico. Il percorso è
storico, è stato teatro di grandissime sfide, e ha visto
compiere gesta da leggende. E Tadej Pogacar ha deciso di distruggere
la corsa. Lo ha fatto con il suo consueto stile: senza calcoli, senza
speculazioni, senza voltarsi indietro, senza timori. È solo contro
tutti: ha impresso il suo ritmo letale, ha aumentato la frequenza
delle pedalate e ha schiantato i suoi avversari. L'attacco lo ha
sferrato quando mancavano 12 km al traguardo, il campione del mondo
ha pensato che era ora di battere il suo tempo, ha lasciato sul posto
Jonas Vingegaard, ed è volato: libero forte e leggero. Difficile
trovare gli aggettivi per descrivere un atleta che ha una
dimensione che oltrepassa la normalità. Ma Pogacar non si
accontenta, vince compiendo l'impresa: per sé; per i tifosi; per la
corsa. Il Tour non è finito, la strada è lunga e impervia. Ma lo
sloveno sembra inarrestabile, e mostra una saldezza mentale
stratosferica. E pensare che sta gareggiando da inizio anno, mentre
Vingegaard ha preparato esclusivamente la manifestazione francese. E
ora? Il campione non si fermerà, non aspetterà, scatterà ancora,
naturalmente in solitaria.
TOUR DE FRANCE

L'arcobaleno illumina i Pirenei