Loro sono Alexander Scelepov e sua moglie Natalia. Da Minsk, in
Bielorussia. Sono sul podio del motomondiale a Brno, in Cechia,
quando per la prima volta nella loro vita si “spinsero” lontani
dalla patria. 10 anni orsono. Non parlavano inglese, il mio russo
scarso. Ma riuscimmo ad organizzare di trovarci alla stazione, per
poi andare assieme al paddock. Un’immensa gioia offrire a questi
due ragazzi il sogno del motomondiale, portarli ovunque, hospitality,
box, sulle moto, foto con i campioni, il podio. Il viaggio della loro
vita. Si è tornati a Brno questo weekend, dopo 5 anni. Circuito di
collegamento proprio con l’est dell’Europa. Cechia, Slovacchia,
Ucraina, Ungheria e si, nonostante Spielberg, Austria. 219’544
spettatori sull’arco di 3 giorni (in passato si superavano le
150’000 unità solo la domenica), per narrare un film già visto:
Marc Marquez ha dominato sprint e gara, mentre alle sue spalle sul
lungo percorso sono emerse le Aprilia (secondo Bezzecchi, settimo al
vero debutto stagionale il Campione del Mondo Martin). Fuori il
fratello Alex, il vantaggio di Marc è salito a 120 punti, mentre
Bagnaia quarto è oramai a 168 lunghezze. Bagnaia, si, colui che la
stampa italiana definì bollito al debutto nella MotoGP nel 2019 dopo
l’iride nella Moto2 a metà stagione. Proprio a Brno parlammo a
lungo assieme, consigli sul non curarsi della stampa, sul restare
ottimista nel processo di crescita (in fondo era un Rookie). A Brno
il paddock è di quelli che “vivi”, facile il contatto con i
piloti e parlare con loro. Brno è sempre stato questo, un GP
atipico, spesso back to back con un altro, dove fermarsi, magari per
cena alla domenica con Pedrosa, magari per vivere pure l’hockey
estivo in preparazione della Kometa di Brno vincitrice dal 1966 al
1968 delle prime 3 Coppe dei Campioni (l’European Cup) oppure dei
giovani con il trofeo per nazionali Hlinka (ora Hilnka Gretzky Cup)
tra le vicine Bratislava e Trenčin, oppure quest’anno proprio
anche Brno. Senza dimenticare la commemorazione annua imperdibile
dell’assedio delle truppe svedesi durante la Guerra dei Trent’anni.
Anno 1645. quasi 30.000 soldati svedesi in marcia verso Vienna contro
meno di 1.500 difensori di Brno, che vinsero nonostante l’esiguo
numero di soldati il conflitto. Il più grande successo storico per
effettivi vinto dalla minoranza assoluta. Brno è questo, e tanto
tanto altro. Dove è cresciuto Thomas Lüthi con la sua squadra ceca
di Daniel Epp, dove Julia l’ombrellina che gestiva anche
l’hospitality di Tom Tom organizzava serate essendo di casa (seppur
slovacca, abitava a Brno). Dove tanti ticinesi sono venuti assieme a
me a vedere la MotoGP, pass gratuiti, cabina giroscopica con ospiti e
voci, interviste, tracce audio da divulgare in diretta come un
regista, fidelizzando il pubblico o regalando sogni come ad Alexander
e Natalia. Così era, andare sul posto e dare un senso al viaggio ed
ai costi. Vivere tutto alla “massima velocità”. Citando la
canzone preferita dell’amico Marco Simoncelli, una “vita
spericolata”, canterebbe Vasco. Perché è solo così che meriti di
esserci.
MOTOCICLISMO

Brno, una vita spericolata