MOTOCICLISMO
Brno, una vita spericolata
Pubblicato il 20.07.2025 13:49
di Alessandro Tamburini
Loro sono Alexander Scelepov e sua moglie Natalia. Da Minsk, in Bielorussia. Sono sul podio del motomondiale a Brno, in Cechia, quando per la prima volta nella loro vita si “spinsero” lontani dalla patria. 10 anni orsono. Non parlavano inglese, il mio russo scarso. Ma riuscimmo ad organizzare di trovarci alla stazione, per poi andare assieme al paddock. Un’immensa gioia offrire a questi due ragazzi il sogno del motomondiale, portarli ovunque, hospitality, box, sulle moto, foto con i campioni, il podio. Il viaggio della loro vita. Si è tornati a Brno questo weekend, dopo 5 anni. Circuito di collegamento proprio con l’est dell’Europa. Cechia, Slovacchia, Ucraina, Ungheria e si, nonostante Spielberg, Austria. 219’544 spettatori sull’arco di 3 giorni (in passato si superavano le 150’000 unità solo la domenica), per narrare un film già visto: Marc Marquez ha dominato sprint e gara, mentre alle sue spalle sul lungo percorso sono emerse le Aprilia (secondo Bezzecchi, settimo al vero debutto stagionale il Campione del Mondo Martin). Fuori il fratello Alex, il vantaggio di Marc è salito a 120 punti, mentre Bagnaia quarto è oramai a 168 lunghezze. Bagnaia, si, colui che la stampa italiana definì bollito al debutto nella MotoGP nel 2019 dopo l’iride nella Moto2 a metà stagione. Proprio a Brno parlammo a lungo assieme, consigli sul non curarsi della stampa, sul restare ottimista nel processo di crescita (in fondo era un Rookie). A Brno il paddock è di quelli che “vivi”, facile il contatto con i piloti e parlare con loro. Brno è sempre stato questo, un GP atipico, spesso back to back con un altro, dove fermarsi, magari per cena alla domenica con Pedrosa, magari per vivere pure l’hockey estivo in preparazione della Kometa di Brno vincitrice dal 1966 al 1968 delle prime 3 Coppe dei Campioni (l’European Cup) oppure dei giovani con il trofeo per nazionali Hlinka (ora Hilnka Gretzky Cup) tra le vicine Bratislava e Trenčin, oppure quest’anno proprio anche Brno. Senza dimenticare la commemorazione annua imperdibile dell’assedio delle truppe svedesi durante la Guerra dei Trent’anni. Anno 1645. quasi 30.000 soldati svedesi in marcia verso Vienna contro meno di 1.500 difensori di Brno, che vinsero nonostante l’esiguo numero di soldati il conflitto. Il più grande successo storico per effettivi vinto dalla minoranza assoluta. Brno è questo, e tanto tanto altro. Dove è cresciuto Thomas Lüthi con la sua squadra ceca di Daniel Epp, dove Julia l’ombrellina che gestiva anche l’hospitality di Tom Tom organizzava serate essendo di casa (seppur slovacca, abitava a Brno). Dove tanti ticinesi sono venuti assieme a me a vedere la MotoGP, pass gratuiti, cabina giroscopica con ospiti e voci, interviste, tracce audio da divulgare in diretta come un regista, fidelizzando il pubblico o regalando sogni come ad Alexander e Natalia. Così era, andare sul posto e dare un senso al viaggio ed ai costi. Vivere tutto alla “massima velocità”. Citando la canzone preferita dell’amico Marco Simoncelli, una  “vita spericolata”, canterebbe Vasco. Perché è solo così che meriti di esserci.