AC BELLINZONA
Aris e la lingua del pallone
Pubblicato il 22.07.2025 06:32
di Enrico Lafranchi
Per Aris Sörensen sta per scoccare l’ora X, ovvero il momento più atteso dopo la sfortunata stagione scorsa. Alla faccia del relax il giovane ticinese si è allenato intensamente (anche in solitaria), il periodo brutto è alle spalle, tutto per finire si è risolto nel migliore dei modi. A prescindere, deve essere una bella cosa ritrovare il campo da gioco dopo così tanto tempo.
Superfluo dire che il Bellinzona ha un tremendo bisogno di giocatori come lui e Aris spera ovviamente di potersi togliere delle soddisfazioni personali e di gruppo.
Tutto ok Aris?
“Direi di sì, siamo all’ultima settimana. Abbiamo fatto un‘ottima preparazione disputando delle buone amichevoli. L‘importante era mettere minuti nelle gambe, la squadra adesso è quasi al completo, sono sicuro che in questi giorni ‘limeremo‘ gli ultimi dettagli. Siamo pronti alla bella ‘battaglia’ che ci attende in quel di Aarau”.
La squadra dunque c’è:
“Sulla carta sicuramente, manca ancora qualche ‘elemento’. Siamo in attesa di un forte attaccante, non so che cosa succederà. Ho piena fiducia in quello che sta facendo Mario, nei prossimi giorni la squadra sarà completa in ogni tassello”.
Un inizio di campionato che possiamo definire tosto anche se al Brügglifeld la tradizione è favorevole:
“Beh, è evidente che anche quest’anno gli argoviesi puntano alla promozione in Super League, è da un po’ che ci provano, negli ultimi anni hanno masticato amaro. Daranno il massimo per riuscirci, chiaro che non sarà una partita facile. Ce la metteremo tutta, speriamo di partire con i tre punti”.
Cosa è cambiato con Ibarra?
“Il mister vuole proporre un calcio molto offensivo, tanta intensità e una buona costruzione dal basso e soprattutto un recupero palla molto alto. Penso che potremo farlo bene, riuscendo a esprimere un buon calcio”.
Anche voi giocatori partite sicuramente con ambizioni:
“Chiaro, anche i ragazzi che sono arrivati hanno delle ambizioni personali: tutti sono coscienti che devono dimostrare le loro qualità alla piazza, nessuno farà per sé stesso. È gente carica ed entusiasta, vogliosa di fare bene. Ė da qua che si parte per raggiungere degli obiettivi”.
Spogliatoio unito e compatto?
“Forse non è ancora unito come dovrebbe essere, si sono in effetti verificati tanti arrivi di nuovi giocatori. Abbiamo iniziato a conoscerci da poco, nello spogliatoio si parlano diverse lingue, cercheremo di adattarci…”.
Sul campo è lo spagnolo a farla da padrone…
“Spagnolo, inglese, francese, l’italiano è quello che si sente meno (ride)”.
Il pallone comunque è rotondo per tutti:
“Infatti non abbiamo problemi…”.
(Foto ENLA)