Il milanismo fremeva. Va
bene la restaurazione con l'arrivo di Tare e Allegri, ma ecco
l'incertezza di una campagna acquisti che non decolla e non soddisfa.
Ma il Diavolo sembra rigenerato, e ha strapazzato il grande
Liverpool (4 a 2 il risultato finale), ha demolito i grandi spendaccioni d'Europa, che hanno
investito oltre 300 milioni di euro per rafforzare la rosa. Certo:
era la classica amichevole estiva, ma rimane la dichiarazione di
intenti di mister Allegri. Si torna all'antico, si gioca
all'italiana: alla vecchia maniera. La difesa deve essere compatta e
solida, il centrocampo deve fare filtro e raddoppiare, gli attaccanti
devono filare via in contropiede. La squadra deve sistemarsi davanti
al portiere, e lasciare libero Leao, che deve correre nello spazio, e
avere campo a disposizione. Le tattiche moderne: costruzione dal
basso, possesso palla non interessano al livornese. L'obiettivo è il
risultato, il resto sono inutili orpelli. La via da seguire è quella
del Napoli: una partita a settimana, gioco sparagnino e speculare,
ricerca dell'episodio e così Conte ha conquistato il titolo. Non
serve molto per vincere in Italia. E poi Allegri è quello del corto
muso, basta e avanza un gol. Poi ci pensa la narrazione a esaltare in
caso di successo.
CALCIO ITALIANO

Il Milan di Max? Catenaccio e contropiede