AC BELLINZONA
Dal dire al fare...
Pubblicato il 29.07.2025 07:47
di Enrico Lafranchi
Ad Aarau la partita non è stata condotta a termine a causa delle precarie condizioni del terreno da gioco. In effetti il campo in avvio del secondo tempo si è trasformato in una… piscina. Bene ha fatto il direttore di gioco a sospenderla dopo 65 minuti. Il pallone non rimbalzava più, in varie zone del campo l’acqua copriva l‘erba. Johannes von Mandach prima di prendere una decisione che a quasi tutti è parsa sensata (ne poteva andare di mezzo l’incolumità dei giocatori) ha atteso (invano) che la pioggia (martellante) cessasse o, perlomeno, perdesse un po‘ della sua forza. Ma non c’è stato nulla da fare. Per la cronaca precisiamo che Giove Pluvio non si è scatenato solamente sul Brügglifeld, dove c‘erano più di 4000 persone (per l’esattezza sono stati annunciati 4313 spettatori), bensì in tutta l‘Argovia (caduta di alberi, strade interrotte, allagamenti vari).
Al momento di sospendere la gara (nelle intenzioni dell’arbitro in un primo tempo solo temporaneamente, ma poi è andata come è andata) i padroni di casa conducevano per tre reti ad una, dopo essere andati sotto di un gol in inizio di ripresa (47‘ Vogt - un gran bel gol, occorre precisarli). È successo che Obexer, Fazliu e Afriye hanno letteralmente capovolto il risultato nel giro di 8 minuti.
Possiamo capire che vedersi sospendere la partita abbia creato del malcontento tra i giocatori e lo staff locali. Non solo, anche il pubblico - scontento del ‘verdetto’ arbitrale - ha iniziato a fischiare rumorosamente. Vabbè, lo possiamo capire un simile atteggiamento. Molto meno quello del CEO del FC Aarau secondo il quale la partita si poteva, anzi si doveva, giocare sino al termine.
Un modo di ragionare, quello di Sandro Burki, semplicistico, assolutamente inaccettabile. Ribadiamo che von Mandach ha agito in modo avveduto. Scommettiamo che se si fosse registrato un 'incidente‚ (magari anche grave e ai danni di uno dei suoi giocatori), Burki sarebbe stato il primo a inveire contro l’arbitro ?
Che dire, infine, della prestazione dei granata? Inizialmente Sörensen e compagni non sono dispiaciuti ma poi sono stati alla mercé di un avversario chiaramente più ’squadra‘. L‘impressione (nostra) è che il gioco sarebbe andato avanti a senso unico. Lasciamo da parte le condizioni del campo, il Bellinzona si è presentato in una formazione rivoluzionata rispetto all‘anno scorso, oltretutto a ranghi non ancora completati (ma a questo ci siamo ormai abituati, ricordiamo che al primo anno di Challenge League con David Sesa si era parti con 14 giocatori di numero). Mettere in evidenza le qualità della squadra - come ha fatto Manuel Benavente in conferenza stampa giovedì - a parole e sul campo è evidentemente qualcosa di diverso. L’allenatore, improvvisamente ‘ripescato, nello staff, lo dovrebbe sapere. L’anno scorso Bentancur lo aveva esonerato per mancanza di risultati (a rischio retrocessione). Non fosse arrivato Beppe Sannino a metterci una ‘pezza’ la caduta avrebbe anche potuto avere un esito letale.
Insomma, dal dire (a voce) al fare (concretamente) c’è di mezzo…