Giuseppe
Marotta, ad Appiano, nella conferenza stampa di presentazione della
nuova stagione dell'Inter, è ripartito da quanto fatto negli anni
scorsi, di fatto chiudendo l'era Inzaghi. Parole attese, del resto:
abbiamo fatto meglio degli altri, vincendo 7 titoli e giocando due
finali di Champions League. Non abbiamo portato in bacheca trofei, ha
detto il presidente dell'Inter, ma ci siamo andati vicini:
l'obiettivo di questa stagione sarà, quindi, metterci quel poco che
manca per arrivare, questa volta, davanti a tutti. Per farlo, si è
scelto il profilo di Cristian Chivu: non un ripiego, ma un uomo che
già conosceva l'ambiente. Il presidente ha parlato anche dell'U23 la
quale, nei suoi progetti, dovrà servire per far crescere i giovani
in ottica arrivo in Prima squadra o cessione a società interessate. C'è l'idea di fare allenare, un domani (tra un
paio d'anni, al termine dei lavori di ampliamento del centro
sportivo) la compagine di Terza Lega ad Appiano assieme ai "grandi",
proprio per creare maggiore sinergia tra le due realtà. Noi, invece,
continuiamo a pensare che giocare all'estero, nella massima serie di
un campionato di seconda fascia, in una compagine di punta in lotta
per il titolo, magari impegnata anche in Europa, sia qualcosa che
faccia veramente crescere un calciatore in erba: ma, proprio perché
la pensiamo così, non ci fanno fare i dirigenti di un grande club.
Spazio, ovviamente, al calcio mercato, che si chiuderà a fine
agosto, come noto. Marotta non ha nascosto che Lookman sia un
obiettivo: tuttavia, il massimo dirigente nerazzurro ha spiegato che servono non
solo talenti per vincere, ma giocatori di grande personalità,
diversi già in rosa: ed è grazie al fondo Oaktree che molti
rimarranno all'Inter. Cristian
Chivu (e non poteva essere altrimenti...) vuole fare bene e, se
possibile, vincere già da subito: del resto, ha sottolineato, ha
ereditato una squadra di vertice, e tale deve rimanere. Con quale
schema di gioco? Il mister ha preferito non sbilanciarsi, parlando di
duttilità tattica e specificando che vorrà vedere, in campo,
profondità, aggressività, verticalizzazioni e, ovviamente,
equilibrio. Sarà quindi una Inter che dovrà, soprattutto, prendere
un gol in meno degli avversari, e che dovrà essere molto duttile
tatticamente: l'idea sarà provare a sorprendere gli avversari.
Ovviamente, per fare bene servirà uno spogliatoio coeso e capace di
soffrire nei momenti topici, come accade nel 2010, quando lui era uno dei giocatori in rosa. Al mondiale, ha
sottolineato il tecnico nerazzurro, ho apprezzato molto la reazione
dopo la disastrosa finale di Monaco: vista la situazione, non era
scontato. Ovvio che il tecnico proverà a dare una propria impronta
alla squadra: tuttavia, ha sottolineato, la caratteristica della sua
Inter sarà la duttilità tattica. Il centrocampo sarà disposto
sulla base delle caratteristiche degli avversari, e non ci sarà,
come in precedenza, un modulo fisso. Non solo: Cristian Chivu ha
dichiarato che la sua idea di calcio prevede il cambio di sistema di
gioco anche a partita in corso. Soprattutto, ha sottolineato, le
medesime si vincono superando gli avversari negli uno contro uno. In
definitiva, una nuova era, da queste parti. Ovviamente, vietatissimo
parlare di squadra in lizza per il titolo: ma il tecnico, con grande
onestà intellettuale, tra le righe ha voluto sottolineare come sia
invece normale indicare l'Inter tra le possibili vincitrici finali
anche se il termine di favorito non gli piace. A fare la differenza,
secondo lui, il lavoro e la conseguente capacità di saper superare
le difficoltà, inevitabili, di una stagione. Spazio, ora, agli
allenamenti e alle prime amichevoli estive.
CALCIO ITALIANO

"Abbiamo fatto meglio degli altri"