Una settimana dopo la caotica assemblea straordinaria che
aveva sancito la nomina di Tiziano Ronchetti alla presidenza, a Locarno il caos
continua a essere di casa.
Da ieri sera le bianche casacche non hanno più un allenatore: Vitor Dos Santos ha rassegnato le dimissioni!
Lo ha fatto dopo l’amichevole contro il Vallemaggia disputatasi ad Avegno.
La decisione, a dire la verità, il tecnico l’aveva già presa il giorno prima.
I motivi ce li spiega direttamente lui, facendo un passo indietro nella storia.
Tutto nasce due giorni fa, mercoledì sera, per la precisione.
“Quando ci stavamo allenando, è arrivato il presidente Ronchetti e senza avvisarmi, ha mandato via i miei due assistenti David Stojanov e Elia Toprak. Solo qualche ora prima avevo incontrato per la prima volta il presidente e le sue parole, di elogio nei miei confronti, sembravano di stima”.
E invece…
“Invece ho capito che il piano era quello di allontanare pure il sottoscritto. Forse non sapevano come fare per cacciarmi e agendo così, sapevano che avrei dato le dimissioni. Non avrei potuto più guardare in faccia i miei giocatori, dopo l’allontanamento dei miei collaboratori”.
Una decisione presa non certo a cuor leggero:
“È stata molto sofferta, perché amo questo club e volevo fare qualcosa di importante con questo nuovo gruppo. Oltretutto anche i tifosi sembravano contenti del lavoro che stavamo svolgendo. Purtroppo, lavorare a Locarno, in questo momento è impossibile”.
In che senso?
“Io non faccio il tifo per nessuno: Klein, Grigo, Ronchetti o Cavalli, per me sono tutti uguali. Io voglio soltanto il bene del Locarno, ma lavorare quando non c’è chiarezza e non si sa chi comanda, diventa molto difficile”.
Ieri sera però, avete giocato l’amichevole contro il Vallemaggia e Lei era in panchina:
“Sì, perché avevo promesso al Vallemaggia che avremmo fatto l’amichevole e nonostante il tentativo del presidente Ronchetti di annullare la partita, l’abbiamo giocata lo stesso”.
E i giocatori come hanno reagito?
“Negli spogliatoi c’era un ambiente strano, i giocatori erano impauriti, ma poi alla fine hanno voluto giocare la partita. E li ringrazio per questo”.
Qualcuno riferisce che prima della partita tra Lei e il presidente ci sono stati attimi di tensione:
“Sì, è vero, sono volate delle parole, ma per me il rispetto è la prima cosa, soprattutto davanti alla squadra. Non pensavo di dover mai arrivare a questi punti. A questo proposito ringrazio l’allenatore del Vallemaggia Marco Akai, che è intervenuto e mi ha espresso grande solidarietà”.
Poi a fine partita l’addio:
“Sì, ho chiamato il gruppo e ho comunicato la mia decisione, che avevo già preso il giorno prima. È stato un momento molto emotivo, ma era la cosa giusta da fare. Non potevo tradire i miei collaboratori e andare avanti senza di loro. È una questione di rispetto”.
E i giocatori come hanno reagito?
“Erano dispiaciuti e tantissimi di loro mi hanno mandato messaggi durante la scorsa notte. Purtroppo non avevo altra scelta…”.
Da ieri sera le bianche casacche non hanno più un allenatore: Vitor Dos Santos ha rassegnato le dimissioni!
Lo ha fatto dopo l’amichevole contro il Vallemaggia disputatasi ad Avegno.
La decisione, a dire la verità, il tecnico l’aveva già presa il giorno prima.
I motivi ce li spiega direttamente lui, facendo un passo indietro nella storia.
Tutto nasce due giorni fa, mercoledì sera, per la precisione.
“Quando ci stavamo allenando, è arrivato il presidente Ronchetti e senza avvisarmi, ha mandato via i miei due assistenti David Stojanov e Elia Toprak. Solo qualche ora prima avevo incontrato per la prima volta il presidente e le sue parole, di elogio nei miei confronti, sembravano di stima”.
E invece…
“Invece ho capito che il piano era quello di allontanare pure il sottoscritto. Forse non sapevano come fare per cacciarmi e agendo così, sapevano che avrei dato le dimissioni. Non avrei potuto più guardare in faccia i miei giocatori, dopo l’allontanamento dei miei collaboratori”.
Una decisione presa non certo a cuor leggero:
“È stata molto sofferta, perché amo questo club e volevo fare qualcosa di importante con questo nuovo gruppo. Oltretutto anche i tifosi sembravano contenti del lavoro che stavamo svolgendo. Purtroppo, lavorare a Locarno, in questo momento è impossibile”.
In che senso?
“Io non faccio il tifo per nessuno: Klein, Grigo, Ronchetti o Cavalli, per me sono tutti uguali. Io voglio soltanto il bene del Locarno, ma lavorare quando non c’è chiarezza e non si sa chi comanda, diventa molto difficile”.
Ieri sera però, avete giocato l’amichevole contro il Vallemaggia e Lei era in panchina:
“Sì, perché avevo promesso al Vallemaggia che avremmo fatto l’amichevole e nonostante il tentativo del presidente Ronchetti di annullare la partita, l’abbiamo giocata lo stesso”.
E i giocatori come hanno reagito?
“Negli spogliatoi c’era un ambiente strano, i giocatori erano impauriti, ma poi alla fine hanno voluto giocare la partita. E li ringrazio per questo”.
Qualcuno riferisce che prima della partita tra Lei e il presidente ci sono stati attimi di tensione:
“Sì, è vero, sono volate delle parole, ma per me il rispetto è la prima cosa, soprattutto davanti alla squadra. Non pensavo di dover mai arrivare a questi punti. A questo proposito ringrazio l’allenatore del Vallemaggia Marco Akai, che è intervenuto e mi ha espresso grande solidarietà”.
Poi a fine partita l’addio:
“Sì, ho chiamato il gruppo e ho comunicato la mia decisione, che avevo già preso il giorno prima. È stato un momento molto emotivo, ma era la cosa giusta da fare. Non potevo tradire i miei collaboratori e andare avanti senza di loro. È una questione di rispetto”.
E i giocatori come hanno reagito?
“Erano dispiaciuti e tantissimi di loro mi hanno mandato messaggi durante la scorsa notte. Purtroppo non avevo altra scelta…”.