CALCIO ITALIANO
E se la serie A cambiasse?
Pubblicato il 02.08.2025 07:11
di Silvano Pulga
Ha fatto discutere, nella vicina Penisola, l'intervista concessa giorni fa al Corriere della Sera da parte del presidente della Lega Serie A Ezio Simonelli. In questa chiacchierata ad ampio spettro, il dirigente ha affrontato una serie di problematiche che attanagliano, da tempo, il calcio italiano di vertice.
Tra i temi dei quali si è discusso gli stadi, considerati obsoleti (recente la presa di posizione della FIGC sull'inadeguatezza di San Siro, non condivisa però dalla UEFA) e la pirateria televisiva. Ma ad accendere il dibattito sono state le opinioni sui giovani, che sono il futuro soprattutto dal punto di vista del pubblico, e alcune proposte controverse.
La prima è l'anticipazione del fischio d'inizio delle partite serali alle 20.00 anziché alle 20.45, secondo il numero 1 della Lega soluzione gradita ai giovani. Una soluzione, invece, probabilmente molto ben accolto dai tifosi più anziani (che al lunedì mattina devono ancora, in gran numero, recarsi al lavoro, viste le normative sul collocamento a riposo oltreconfine, che allontanano sempre di più l'età del pensionamento). Tuttavia, probabilmente, raccontare al più grande quotidiano d'Italia che si vuole prestare attenzione al pubblico coi capelli bianchi è considerato poco opportuno per il marketing, chissà. Noi, addetti ai lavori attempati, siamo ovviamente d'accordo mentre nostra figlia (che è giovane...), tiepida tifosa del Bayern Monaco, si limita a guardare i risultati della Serie A al mattino dopo, prima di sentirci, per capire se saremo o meno di buonumore. Di conseguenza, sull'argomento è neutrale e, ci racconta, lo sono anche i suoi amici più appassionati.
L'altra idea di Simonelli è disputare le partite all'estero. Il dirigente ha parlato degli USA, dai quali avrebbe ricevuto una richiesta: "Mi sarebbe piaciuto disputare tutta la prima giornata lontano dall’Italia: negli Usa, avevo ricevuto una proposta economica. Sarebbe bello poterlo fare in futuro, quando magari ci saranno regole più permissive." 
La reazione dei tifosi, sui social, è stata piuttosto stizzita. Il calcio, in televisione, è bello da vedere se lo stadio è pieno, con tifo e coreografie. I recenti mondiali per club hanno mostrato che quella USA è invece una realtà complessa dal punto di vista calcistico.
Forse le soluzioni dovrebbero essere altre, e molto più coraggiose: dalla pay per view per passare agli abbonamenti televisivi alle partite di una sola squadra (ovviamente con prezzi adeguati), passando per un sistema di vendita dei biglietti allo stadio dove, a pagare molto, siano i VIP e gli spettatori occasionali, fidelizzando gli appassionati storici, come ha fatto il Como. Il numero di abbonati che renderebbe il sistema economicamente adeguato è di 5 milioni: oggi è il numero totale degli spettatori della intera Serie A, partite trasmesse in chiaro comprese. Far credere che i clienti della pirateria siano il male del calcio è fuorviante, oltre al fatto che questo fenomeno si batte anche con strategie di mercato, e non solo con la repressione, peraltro aleatoria e con scarsa deterrenza.