Non è facile, nemmeno a mente fredda, tornare sulla partita
del Lugano in Europa League.
Una gara dominata, in termine di possesso palla e di occasioni, che alla fine perdi per la solita, maledetta palla ferma.
Contro un Cluj che non si è vergognato di praticare un calcio paleolitico, con undici giocatori sempre dietro la linea della palla, il Lugano ha fatto ciò che doveva.
A dire la verità ha segnato anche due reti (con il tedesco Behrens), ma qui la sfortuna ci ha messo lo zampino. Un impercettibile tocco di mano e un fuorigioco millimetrico hanno ricacciato in gola l’urlo bianconero.
Il Lugano, perennemente in viaggio, riparte oggi per Sion. Ci si chiede in che condizioni, fisiche e mentali, saranno i bianconeri.
Con i vallesani, vittoriosi al debutto a Zurigo e decisamente più freschi, sarà un’altra dura battaglia.
Croci-Torti dovrà affidarsi per forza al turnover e avremo così un’ennesima riprova della qualità di una panchina che sta suscitando qualche perplessità.
Gli undici che sono scesi in campo a Cluj (con l’aggiunta di Belhadj), garantiscono una certa qualità (il tema portiere lo affronteremo un’altra volta), che si è tradotta sul campo con trame lineari e veloci, ancorché con una deficienza offensiva pagata a caro prezzo.
Ma domani a Sion, che Lugano vedremo? Ci sono troppi “non titolari” che faticano a garantire una continuità di rendimento, e questo, alla lunga, può essere un bel problema.
Forse, come avevamo già avuto modo di dire, questo Lugano non è poi così forte.
Giusto provare a vincere tutte le partite e puntare al massimo, come richiesto ogni volta durante la conferenza stampa di inizio stagione, ma con un pizzico di umiltà (e buonsenso) sarebbe forse giusto riconoscere che questa squadra è buona ma non (ancora) buonissima. E allora, anche gli obiettivi, andrebbero (ri)calibrati.
Ovviamente, in queste ore, si parla anche della posizione di Croci-Torti, che per il momento sembra piuttosto salda.
Il tecnico, però, sa benissimo, che nel calcio i risultati fanno la differenza. E se il Crus è a Lugano per la quinta stagione consecutiva (dopo aver ottenuto un rinnovo di tre anni), è grazie all’ottimo lavoro fatto in questi anni.
Ora però il vento è cambiato e questo 2025 è chiaramente al di sotto delle aspettative.
Colpa del mercato, del tecnico o di giocatori che pensano più al loro futuro che al bene bianconero?
E se anche fosse un mix di tutto ciò, sappiamo benissimo chi sarebbe il primo a pagare il conto.
Una gara dominata, in termine di possesso palla e di occasioni, che alla fine perdi per la solita, maledetta palla ferma.
Contro un Cluj che non si è vergognato di praticare un calcio paleolitico, con undici giocatori sempre dietro la linea della palla, il Lugano ha fatto ciò che doveva.
A dire la verità ha segnato anche due reti (con il tedesco Behrens), ma qui la sfortuna ci ha messo lo zampino. Un impercettibile tocco di mano e un fuorigioco millimetrico hanno ricacciato in gola l’urlo bianconero.
Il Lugano, perennemente in viaggio, riparte oggi per Sion. Ci si chiede in che condizioni, fisiche e mentali, saranno i bianconeri.
Con i vallesani, vittoriosi al debutto a Zurigo e decisamente più freschi, sarà un’altra dura battaglia.
Croci-Torti dovrà affidarsi per forza al turnover e avremo così un’ennesima riprova della qualità di una panchina che sta suscitando qualche perplessità.
Gli undici che sono scesi in campo a Cluj (con l’aggiunta di Belhadj), garantiscono una certa qualità (il tema portiere lo affronteremo un’altra volta), che si è tradotta sul campo con trame lineari e veloci, ancorché con una deficienza offensiva pagata a caro prezzo.
Ma domani a Sion, che Lugano vedremo? Ci sono troppi “non titolari” che faticano a garantire una continuità di rendimento, e questo, alla lunga, può essere un bel problema.
Forse, come avevamo già avuto modo di dire, questo Lugano non è poi così forte.
Giusto provare a vincere tutte le partite e puntare al massimo, come richiesto ogni volta durante la conferenza stampa di inizio stagione, ma con un pizzico di umiltà (e buonsenso) sarebbe forse giusto riconoscere che questa squadra è buona ma non (ancora) buonissima. E allora, anche gli obiettivi, andrebbero (ri)calibrati.
Ovviamente, in queste ore, si parla anche della posizione di Croci-Torti, che per il momento sembra piuttosto salda.
Il tecnico, però, sa benissimo, che nel calcio i risultati fanno la differenza. E se il Crus è a Lugano per la quinta stagione consecutiva (dopo aver ottenuto un rinnovo di tre anni), è grazie all’ottimo lavoro fatto in questi anni.
Ora però il vento è cambiato e questo 2025 è chiaramente al di sotto delle aspettative.
Colpa del mercato, del tecnico o di giocatori che pensano più al loro futuro che al bene bianconero?
E se anche fosse un mix di tutto ciò, sappiamo benissimo chi sarebbe il primo a pagare il conto.
(Foto Pepe Sanchez)