CALCIO SVIZZERO
Basilea, è sudditanza psicologica?
Pubblicato il 08.08.2025 07:38
di Silvano Pulga
In Svizzera interna è partita, dopo il big match di mercoledì sera, una dura polemica sull'arbitraggio di Luca Cibelli, reo di non aver visto un fuorigioco sul traversone dal quale è nato il rigore che ha permesso al Basilea di passare in vantaggio. Non solo: l'espulsione di Fernandes, avvenuta per un fallo a gioco fermo, subito dopo l'assegnazione della massima punizione, può essere considerata come la svolta dell'incontro, come abbiamo già scritto. Tuttavia, se il direttore di gara avesse deciso la ripresa del gioco con una punizione per i bernesi, si sarebbe rimasti undici contro undici, e sull'1-1. La questione, ovviamente, ha fatto agitare parecchio oltre Gottardo, come accade quando, a essere danneggiati, sono i club della Svizzera tedesca. In Ticino, i social dei tifosi hanno invece rimarcato che, al contrario, troppo spesso, quando a essere danneggiato è il FC Lugano, gli stessi opinionisti oggi scandalizzati tendano a essere più garantisti nei confronti dei fischietti.
Luca Cibelli è recidivo: nel maggio 2023 tolse, dopo l'intervento del VAR, un rigore al Sion che aveva assegnato sul campo, tra l'altro da posizione favorevole. Gli va riconosciuta l'onestà intellettuale di aver spiegato la scelta, alcuni giorni dopo. Tuttavia, a Sion non furono soddisfatti, anzi; a essere messo in discussione,  quella volta, fu anche il protocollo VAR.  Un fine settimana, quella volta, difficilissimo per i direttori di gara svizzeri, viste le polemiche roventi dopo il Klassiker a Basilea, con i responsabili arbitrali costretti ad ammettere gli errori del St Jakob Park (un rigore con netta simulazione sfuggito in campo e al VAR). L'uomo, si sa, non è infallibile. E proprio per questo motivo, come noto, l'operato dell'arbitro di campo è supportato, ormai da diverse stagioni, dal VAR. Il problema sorge quando, a sbagliare, sono tutti quanti, come accaduto a Basilea: perché così è andata. Arbitro e guardalinee non hanno visto il fuorigioco, e dalla sala VAR non è arrivato alcun richiamo. E il fatto è grave in quanto, dal momento che nel prosieguo dell'azione si è verificato un fallo da rigore, l'azione è stata verificata. Ora, l'errore fa parte delle regole del gioco. Ma, se a sbagliare sono tutti gli attori, c'è qualcosa che non va. Si tratta, a questo punto, di verificare la precisione della tecnologia ma, soprattutto, la preparazione dei direttori di gara. Il supporto serve a diminuire gli sbagli, lasciando all'arbitro di campo una certa discrezionalità in determinati casi. Ma un fuorigioco, o un fallo fuori area rientrano nella sfera della geometria. La quale, essendo scienza esatta, non richiede interpretazione. Al netto del fatto che, in determinate occasioni, l'arbitro di campo, che può rivedere l'azione, deve avere la personalità per far valere la propria visione, anche di fronte a un diverso parere di chi sta in cabina VAR, come diverse volte non è accaduto. Possiamo dire che i 30.000 del Wankdorf o del St Jakob Park intimidiscono,  rispetto, magari, ai 3.000 di Cornaredo? Può darsi. Ma, se così fosse, sarebbe grave.