Il tracollo del Lugano in
Conference League, con l'ormai certa eliminazione dalle coppe
europee, non è stata l'unica cosa vista a Thun. La partita ha
infatti certificato la rottura dello spogliatoio, con Uran Bislimi
il quale, dopo la sostituzione, probabilmente indispettito
dall'aver giocato in un ruolo che non ama, è andato a fare la doccia
in anticipo per poi sedersi in tribuna di fianco a Renato Steffen,
escluso ufficialmente per problemi fisici ma, secondo il Blick, per
questioni disciplinari.
Cos'è successo tra il Renato
nazionale e il Crus? Le nostre fonti divergono: chi sostiene che il
giocatore, che vorrebbe sempre essere in campo, abbia brontolato per
l'esclusione, come già accaduto altre volte, e chi dice che
l'annuncio del mancato impiego in Conference League abbia scatenato
l'argoviese, il quale avrebbe criticato apertamente questo utilizzo
sfrenato del turnover, provocando la reazione del tecnico. Non
sapremo mai com'è andata: nel prepartita l'allenatore aveva
sgonfiato il caso, ma la scena dei due giocatori in tribuna resta, ed
è ingombrante.
L'altra questione grave è la condizione fisica, lamentata anche dal Crus a fine gara. Al netto dell'aspetto mentale, con la squadra che si è di fatto arresa dopo aver subito la terza rete, troppi erano i giocatori che non rientravano, una volta persa la palla. E quello della scarsa brillantezza atletica è un problema che affligge il Lugano dalla primavera dello scorso anno. Mattia Zanotti, appena entrato, ha subìto un infortunio muscolare sembrerebbe non di poco conto, con tutto quello che questo potrebbe provocare in ottica mercato. E, allora, si spiega anche la grande cautela nella gestione di Alban Hajdari. Vengono in mente le parole di Nacho Aliseda a fine campionato. E vedere l'argentino nel nuovo club, in apparenza del tutto recuperato fisicamente, dopo essere stato lasciato partire proprio per la sua inaffidabilità da quel punto di vista, fa pensare. Così come non lascia indifferenti il ricordo del Lugano dello scorso anno, nello stesso periodo, e quello di oggi.
La sensazione? Alcuni giocatori non spingono, perché hanno paura di farsi male. Mattia Croci-Torti è a rischio? Certamente. Ma a essere messa in discussione deve essere la preparazione atletica. A noi viene in mente l'allontanamento anticipato, e mai spiegato, del professor Townsend, stretto collaboratore del Crus. C'è un male oscuro, in questo Lugano. Spetta alla dirigenza la quale, a differenza nostra, possiede tutti gli elementi certi, prendere posizione. Subito, senza indugi. Facile? Per niente. Ma necessario.
L'altra questione grave è la condizione fisica, lamentata anche dal Crus a fine gara. Al netto dell'aspetto mentale, con la squadra che si è di fatto arresa dopo aver subito la terza rete, troppi erano i giocatori che non rientravano, una volta persa la palla. E quello della scarsa brillantezza atletica è un problema che affligge il Lugano dalla primavera dello scorso anno. Mattia Zanotti, appena entrato, ha subìto un infortunio muscolare sembrerebbe non di poco conto, con tutto quello che questo potrebbe provocare in ottica mercato. E, allora, si spiega anche la grande cautela nella gestione di Alban Hajdari. Vengono in mente le parole di Nacho Aliseda a fine campionato. E vedere l'argentino nel nuovo club, in apparenza del tutto recuperato fisicamente, dopo essere stato lasciato partire proprio per la sua inaffidabilità da quel punto di vista, fa pensare. Così come non lascia indifferenti il ricordo del Lugano dello scorso anno, nello stesso periodo, e quello di oggi.
La sensazione? Alcuni giocatori non spingono, perché hanno paura di farsi male. Mattia Croci-Torti è a rischio? Certamente. Ma a essere messa in discussione deve essere la preparazione atletica. A noi viene in mente l'allontanamento anticipato, e mai spiegato, del professor Townsend, stretto collaboratore del Crus. C'è un male oscuro, in questo Lugano. Spetta alla dirigenza la quale, a differenza nostra, possiede tutti gli elementi certi, prendere posizione. Subito, senza indugi. Facile? Per niente. Ma necessario.
(Foto
MP)