Prima era successo con Alexander Muci, lo scorso anno con
Serif Berbic, e adesso con Sebastian Osigwe. Tre portieri che dal Lugano, sono
passati al Bellinzona, in Challenge League. I primi due hanno già lasciato la capitale.
Muci, fratello di Nikolas, attaccante del Grasshopper, è ancora in cerca di una squadra dopo la stagione trascorsa al Wil, dove aveva fatto registrare soltanto due presenze.
Berbic era arrivato lo scorso anno niella capitale con l’intento di fare esperienza ed eventualmente di tornare a Lugano pronto per la Super League. A Bellinzona, dopo un paio di errori, gli è toccata la panchina per l’intera stagione: soltanto tre partite da titolare, l’ultima addirittura il 3 agosto del 2024. Al suo posto arrivò dallo Sciaffusa il biondo Enzler. Lo scorso mese di giugno il naturale ritorno in bianconero, dove funge ora da terzo portiere, alle spalle di Saipi e Pfestis.
Il caso di Osigwe, a voler guardare bene, è un po’ diverso: il portiere nigeriano non è arrivato a Bellinzona per farsi le ossa. A 31 anni, aveva voglia di giocare, dopo tanta panchina (42 presenze in 5 anni) con il Lugano di Croci-Torti. E Bellinzona, sembrava la piazza giusta. O forse lo è ancora.
Purtroppo però, in queste prime tre partite, l’ex portiere bianconero ha sulla coscienza due errori plateali. Quello di sabato scorso a Losanna, con una clamorosa incertezza con i piedi che ha portato al provvisorio 2 a 1 per i vodesi dello SLO (partita finita 2-2), e il rigore di ieri sera: un intervento fuori tempo al bordo dell’area di rigore che ha deciso la partita.
Due incertezze forse figlie della desuetudine alle partite ufficiali, chissà: una cosa è chiara, il Bellinzona da Osigwe si aspetta tanto, in termini di parate ma anche di leadership.
Ora bisognerà soltanto capire quanta pazienza avrà la nuova proprietà.
Muci, fratello di Nikolas, attaccante del Grasshopper, è ancora in cerca di una squadra dopo la stagione trascorsa al Wil, dove aveva fatto registrare soltanto due presenze.
Berbic era arrivato lo scorso anno niella capitale con l’intento di fare esperienza ed eventualmente di tornare a Lugano pronto per la Super League. A Bellinzona, dopo un paio di errori, gli è toccata la panchina per l’intera stagione: soltanto tre partite da titolare, l’ultima addirittura il 3 agosto del 2024. Al suo posto arrivò dallo Sciaffusa il biondo Enzler. Lo scorso mese di giugno il naturale ritorno in bianconero, dove funge ora da terzo portiere, alle spalle di Saipi e Pfestis.
Il caso di Osigwe, a voler guardare bene, è un po’ diverso: il portiere nigeriano non è arrivato a Bellinzona per farsi le ossa. A 31 anni, aveva voglia di giocare, dopo tanta panchina (42 presenze in 5 anni) con il Lugano di Croci-Torti. E Bellinzona, sembrava la piazza giusta. O forse lo è ancora.
Purtroppo però, in queste prime tre partite, l’ex portiere bianconero ha sulla coscienza due errori plateali. Quello di sabato scorso a Losanna, con una clamorosa incertezza con i piedi che ha portato al provvisorio 2 a 1 per i vodesi dello SLO (partita finita 2-2), e il rigore di ieri sera: un intervento fuori tempo al bordo dell’area di rigore che ha deciso la partita.
Due incertezze forse figlie della desuetudine alle partite ufficiali, chissà: una cosa è chiara, il Bellinzona da Osigwe si aspetta tanto, in termini di parate ma anche di leadership.
Ora bisognerà soltanto capire quanta pazienza avrà la nuova proprietà.