FC LUGANO
Papadopoulos, professione leader
Pubblicato il 15.08.2025 11:14
di Silvano Pulga
Da ragazzi, come tanti altri liceali prima e dopo di noi, siamo impazziti a tradurre le versioni di greco, anche se abbiamo sempre avuto un debole per la storia. Uno degli episodi che ricordiamo di quei tempi è un aneddoto legato alla battaglia delle Termopili, seconda guerra persiana del 480 AC, raccontata da Erodoto nelle Storie. Alcuni disertori dell'esercito persiano (probabilmente Greci arruolati con la forza dagli uomini di Serse) avevano dichiarato che i persiani erano così tanti che avrebbero oscurato il sole con le loro frecce. Secondo quanto riportato, gli spartani avrebbero risposto "Bene, allora combatteremo all'ombra!". Diciamolo: anche se di passaporto germanico, quando vediamo Antonios Papadopoulos affrontare gli avversari, caricare i compagni dopo ogni contrasto vinto, ci viene da pensare che possa essere lui il moderno Dienece, il soldato spartano che, secondo il grande storico della Grecia antica, che tanto ci fece sospirare da adolescenti, avrebbe pronunciato la frase sopra citata. La realtà è che il centrale difensivo, in questo momento di difficoltà, è stato uno degli uomini che più è sembrato essere un vero leader, tra i più decisi a sostenere la causa bianconera. Non solo dietro: domenica è andato avanti, sfruttando la sua stazza fisica per andare a insaccare di testa un pallone col contagiri indirizzato da Steffen nei sedici metri avversari. E proprio il numero 11, con il quale sembra che ci siano stati in passato screzi, è stato il primo a essere abbracciato dal marcatore dopo la rete: a dimostrazione che le cose di campo iniziano, finiscono e si seppelliscono lì dove sono iniziate. Ma non solo: ieri sera, in Slovenia, dopo aver incassato il gol del 2-1, il difensore numero 6 si è fatto trovare a centro area, al limite dell'area piccola, come un rapace d'area, puntuale a insaccare un traversone dalla fascia destra, per poi chiamare i compagni a cercare la vittoria, il tutto in una prestazione decisamente di spessore. Non sappiamo se il Lugano sia guarito completamente, anche se ha sicuramente imboccato la strada giusta. Tuttavia, a condurlo c'è anche questo ragazzone che, a noi che lo guardavamo ieri sera, ci ricordava uno degli eroi delle Termopili, le cui gesta tanto ci fecero dannare in gioventù, ma che sono passati alla Storia. Quella vera.