Chi ha costruito questo Bellinzona? Mario Rosas? Tito Spinelli?
Juan Carlos Trujillo? O c’è ancora la mano di Bentancur?
Una cosa è chiara: il problema, come sempre, è a monte. In cima alla piramide.
Di una società che avrà pur cambiato l’amministratore unico in questi giorni, ma che adesso si ritrova senza un’anima.
Fino allo scorso anno, con tutti i suoi difetti, Pablo Bentancur (affiancato da Martignoni) era la figura di riferimento di questa società. Quando c’erano da prendere delle decisioni, anche scomode, a volte difficilmente spiegabili, l’ex patron ci metteva la faccia. Sempre.
Poi si prendeva critiche e insulti, ma almeno si sapeva chi era l’artefice delle scelte.
Adesso invece no. Chi si assume la colpa di questa squadra costruita male, e definita, dallo stesso capitano Mihajlovic, non pronta per la Challenge League?
Chi ha messo insieme questo contingente deve aver capito poco del nostro calcio, fatto soprattutto di corsa e forza fisica, oltre che di esperienza.
Tutto il contrario di un Bellinzona ingenuo e leggerino, oltretutto con una guida tecnica ancora una volta poco chiara, grazie al pasticcio Ibarra-Benavente.
Chi ha permesso tutto ciò? E dov’è finito Trujillo? È un po’ che non scrive più del suo Bellinzona, che non incita la squadra, che non lancia i suoi belligeranti messaggi.
Cosa gli è successo?
La squadra intanto va in silenzio stampa: sembra di essere tornati ai tempi di Bentancur. Anzi, diciamo che siamo rimasti a quel periodo. Fino alla partita di martedì contro l’Yverdon, non parla più nessuno.
Forse è un bene: perché di questa squadra, a questo punto, cosa volete dire?
La speranza è che sia soltanto un brutto incubo da cui ci risveglieremo tutti presto. Magari già martedì. Ma è più che altro un’illusione.
Una cosa è chiara: il problema, come sempre, è a monte. In cima alla piramide.
Di una società che avrà pur cambiato l’amministratore unico in questi giorni, ma che adesso si ritrova senza un’anima.
Fino allo scorso anno, con tutti i suoi difetti, Pablo Bentancur (affiancato da Martignoni) era la figura di riferimento di questa società. Quando c’erano da prendere delle decisioni, anche scomode, a volte difficilmente spiegabili, l’ex patron ci metteva la faccia. Sempre.
Poi si prendeva critiche e insulti, ma almeno si sapeva chi era l’artefice delle scelte.
Adesso invece no. Chi si assume la colpa di questa squadra costruita male, e definita, dallo stesso capitano Mihajlovic, non pronta per la Challenge League?
Chi ha messo insieme questo contingente deve aver capito poco del nostro calcio, fatto soprattutto di corsa e forza fisica, oltre che di esperienza.
Tutto il contrario di un Bellinzona ingenuo e leggerino, oltretutto con una guida tecnica ancora una volta poco chiara, grazie al pasticcio Ibarra-Benavente.
Chi ha permesso tutto ciò? E dov’è finito Trujillo? È un po’ che non scrive più del suo Bellinzona, che non incita la squadra, che non lancia i suoi belligeranti messaggi.
Cosa gli è successo?
La squadra intanto va in silenzio stampa: sembra di essere tornati ai tempi di Bentancur. Anzi, diciamo che siamo rimasti a quel periodo. Fino alla partita di martedì contro l’Yverdon, non parla più nessuno.
Forse è un bene: perché di questa squadra, a questo punto, cosa volete dire?
La speranza è che sia soltanto un brutto incubo da cui ci risveglieremo tutti presto. Magari già martedì. Ma è più che altro un’illusione.
(Foto Filippo Zanovello)