Il Psg fino a qualche mese
fa era considerato uno squadrone quasi imbattibile, capace di
seppellire di reti gli avversari, La Ligue 1 è cominciata, i
parigini hanno iniziato con due striminziti successi per 1 a 0. In
occasione della seconda giornata, i campioni d'Europa hanno celebrato
davanti al proprio pubblico i trofei conseguiti nella passata
stagione. Il parossismo sentimentale è arrivato quando sul terreno è
arrivato Donnarumma. Vestito seguendo la moda giovanile,
l'italiano si è commosso. Una furtiva “lagrima” è spuntata
negli occhi e ha rigato il volto. Il distacco e l'addio possono
essere insopportabili. La separazione che recide il legame che si
sentiva indissolubile. L'immaginario collettivo rimanda la figura dei
calciatori come dei guerrieri. Delle icone che rappresentano se
stessi: forti e sicuri. Strapagati e felici. Invece possono mostrarsi
davanti alla platea come umani, anche loro possono farsi travolgere
dalle emozioni. Le lacrime i tifosi le vogliono, è una pretesa
morale. Altro che lieve commozione, non sarebbe identitaria e non
rispetterebbe l'attaccamento alla maglia e ai colori. E il popolo del
Psg, specie quello della curva, lo ha celebrato, dicendogli che non
lo dimenticherà. La Coppa dalle grandi orecchie, costata solo
qualche spicciolo, è giunta in Francia grazie anche alle sue
prodigiose parata. Ma le vie del calcio sono lastricate di decisioni
spesso inverosimili, è uno dei più forti portieri al mondo (ha solo
26 anni) è senza squadra. Il Psg lo ha messo fuori dalla porta. Che
farà? La destinazione più probabile pare essere la Premier.
CALCIO INTERNAZIONALE

Il lungo addio di Donnarumma