Ricomincia la Serie A, e
il calcio italiano non ha risolto nessuno dei suoi endemici problemi.
Il movimento vive un declino che pare inarrestabile. Il tempo è
filato via veloce e i mutamenti non sono stati intercettati. Ai media
e agli opinionisti non resta che rendere omaggiare e celebrare due
grandissimi reduci: Modric (40 anni) e De Bruyne (34 anni). I
due sono autentici campioni, capaci di fare cantare il pallone, lo
trattano con una tecnica sopraffina, ma sono destinati a sciorinare
solo scampoli del loro immenso talento. Beata longevità, sono
tornati pure: Dzeko (39 anni); Immobile (35 anni); Morata (32 anni).
Le tre grandi sembrano imbolsite, sono ancora in fase di costruzione.
Contano sul loro blasone per impressionare gli avversari interni.
Hanno un obiettivo dichiarato e imprescindibile: la qualificazione
per la Champions. Inciso: le finali disputate dall'Inter sono da
etichettare come un miracolo sportivo ed economico. Il Napoli parte
con i favori del pronostico. Il suo presidente vorrebbe la
rivoluzione. De Laurentiis sostiene che il campionato si dovrebbe
disputare a 16 squadre e dovrebbe essere visibile gratis. Sarebbe un
cambiamento sociale epocale e quindi da derubricare come una mera
provocazione. Eppure la passione dei tifosi è intatta. Da Milano a
Napoli passando per Roma, si annunciano stadi, seppure vetusti e
fatiscenti, pieni. Inter e Milan hanno fatto il pieno di abbonamenti.
E la corsa per il titolo è incerta. Tutto può accadere. Il resto lo
scopriremo solo vivendo.
CALCIO ITALIANO

Nel segno di Modric e di De Bruyne