CALCIO ITALIANO
"Cala il silenzio in sala"
Pubblicato il 25.08.2025 05:59
di Silvano Pulga
"Cala il silenzio in sala": con questo striscione sarcastico i tifosi organizzati del Milan (sabato sera) hanno voluto rimarcare la frattura tra loro e la società, rea di aver praticato una politica di vendita degli abbonamenti che ha, di fatto, escluso parecchi esponenti della curva. Del fatto abbiamo già scritto tempo fa, con i club (anche l'Inter ha adottato la stessa politica) impegnati a mettere in campo strategie di gestione di biglietti e abbonamenti per far sì che non si possa verificare ancora il fenomeno della cessione dei titoli d'ingresso a prezzi maggiorati, come avveniva, secondo la ricostruzione degli inquirenti milanesi, nel passato recente. Il comportamento si rende necessario sulla base di una precisa tattica di gestione della vicenda processuale, per evitare che si possa parlare di subordinazione delle società ad alcune frange di sostenitori. Appare quindi difficile, a oggi, che si possa trovare una conciliazione tra i club milanesi e i loro tifosi più accesi: siamo infatti curiosi di vedere se, già da lunedì sera, nella partita contro il Torino, la prima a San Siro per l'Inter, la curva nerazzurra adotterà lo stesso metro di comportamento dei dirimpettai rossoneri. Ma quanto incide uno stadio così sui risultati? In conferenza stampa è stata fatta la stessa domanda sia ad Alexis Saelemaekers che a Filippo Terracciano (attualmente in forza alla Cremonese ma ancora di proprietà del Milan), e anche al tecnico dei grigiorossi Davide Nicola. La sensazione è stata che i protagonisti fossero stati, in qualche modo, stati "istruiti" dai rispettivi addetti stampa: il succo delle risposte è stato quindi che, certo, il tifo conta, e ai cremonesi il supporto di 4.000 persone (che sembravano molte di più, visto il silenzio degli altri 66.000 di fede rossonera) è stato senz'altro gradito. Tuttavia, Nicola lo ha definito un "brusio di fondo", per dire, mentre i giocatori hanno sostenuto che la concentrazione, in campo, ti rende praticamente impermeabile ai fattori esterni. Poi, certo, Terracciano si è contraddetto quando ha affermato che, a un certo punto della ripresa, quando si è alzato il ruggito di San Siro, anche se per pochi minuti, qualcuno dei suoi compagni, non abituato, si sarebbe potuto intimidire. Andiamo allo stadio da molti anni. Mai, a Milano, avevamo visto qualcosa del genere. Siamo di quelli che hanno sempre sostenuto che, nel tabellino dei milioni di partite disputate dai secoli scorsi a oggi, il pubblico non è mai apparso alla voce "marcatori". Però, l'aspetto emotivo, in ognuna delle vicende umane, ha il suo peso. E, forse, di tutti quelli che hanno parlato, il più sincero è stato proprio Filippo Terracciano, nonostante la chiara volontà di rimanere negli stretti binari della diplomazia, in una vicenda le cui conseguenze giudiziarie sono ancora tutte da scrivere. E che potrebbe costituire una svolta su come siamo stati sinora abituati a vedere il calcio della Serie A, perlomeno a Milano.