"Cala il silenzio in sala": con questo striscione
sarcastico i tifosi organizzati del Milan (sabato sera) hanno voluto
rimarcare la frattura tra loro e la società, rea di aver praticato
una politica di vendita degli abbonamenti che ha, di fatto, escluso
parecchi esponenti della curva. Del fatto abbiamo già scritto tempo
fa, con i club (anche l'Inter ha adottato la stessa politica)
impegnati a mettere in campo strategie di gestione di biglietti e
abbonamenti per far sì che non si possa verificare ancora il
fenomeno della cessione dei titoli d'ingresso a prezzi maggiorati,
come avveniva, secondo la ricostruzione degli inquirenti milanesi,
nel passato recente. Il comportamento si rende necessario sulla base
di una precisa tattica di gestione della vicenda processuale, per
evitare che si possa parlare di subordinazione delle società ad
alcune frange di sostenitori. Appare quindi difficile, a oggi, che si
possa trovare una conciliazione tra i club milanesi e i loro tifosi
più accesi: siamo infatti curiosi di vedere se, già da lunedì
sera, nella partita contro il Torino, la prima a San Siro per
l'Inter, la curva nerazzurra adotterà lo stesso metro di
comportamento dei dirimpettai rossoneri. Ma quanto incide uno stadio
così sui risultati? In conferenza stampa è stata fatta la stessa
domanda sia ad Alexis Saelemaekers che a Filippo Terracciano
(attualmente in forza alla Cremonese ma ancora di proprietà del
Milan), e anche al tecnico dei grigiorossi Davide Nicola. La
sensazione è stata che i protagonisti fossero stati, in qualche
modo, stati "istruiti" dai rispettivi addetti stampa: il
succo delle risposte è stato quindi che, certo, il tifo conta, e ai
cremonesi il supporto di 4.000 persone (che sembravano molte di più,
visto il silenzio degli altri 66.000 di fede rossonera) è stato
senz'altro gradito. Tuttavia, Nicola lo ha definito un "brusio
di fondo", per dire, mentre i giocatori hanno sostenuto che la
concentrazione, in campo, ti rende praticamente impermeabile ai
fattori esterni. Poi, certo, Terracciano si è contraddetto quando ha
affermato che, a un certo punto della ripresa, quando si è alzato il
ruggito di San Siro, anche se per pochi minuti, qualcuno dei suoi
compagni, non abituato, si sarebbe potuto intimidire. Andiamo
allo stadio da molti anni. Mai, a Milano, avevamo visto qualcosa del
genere. Siamo di quelli che hanno sempre sostenuto che, nel tabellino
dei milioni di partite disputate dai secoli scorsi a oggi, il
pubblico non è mai apparso alla voce "marcatori". Però,
l'aspetto emotivo, in ognuna delle vicende umane, ha il suo peso. E,
forse, di tutti quelli che hanno parlato, il più sincero è stato
proprio Filippo Terracciano, nonostante la chiara volontà di
rimanere negli stretti binari della diplomazia, in una vicenda le cui
conseguenze giudiziarie sono ancora tutte da scrivere. E che potrebbe
costituire una svolta su come siamo stati sinora abituati a vedere il
calcio della Serie A, perlomeno a Milano.
CALCIO ITALIANO

"Cala il silenzio in sala"