“Abbiamo fatto noi tutta la partita” - dichiara a botta calda Adrian Ursea, tecnico dell'Yverdon.
A parte il palo colpito da un Marchesano, i vodesi, scusate il giro di parole, sono rimasti al…palo.
“Loro non hanno fatto altro che difendere, avessimo trovato il gol non so cosa sarebbe successo”.
Avere rischiato di perdere:
“Ma no, abbiamo dominato dall’inizio alla fine! Se la gente è contenta di vedere questo calcio, è un loro problema. Io ho preso la squadra solamente due mesi fa, sono contentissimo di quello che produce oggi. Ė questo il punto. A Carouge ero riuscito a fare questo gioco dopo due anni, mentre a Yverdon ci ho impiegato due mesi. Dunque è qualcosa di molto positivo".
Diciamo allora che si tratta di due punti persi?
"Sicuramente, è difficile trovare spazi quando ai di fronte un avversario che sa solo difendersi a oltranza".
Beh, parla di una squadra che si è beccata sei gol dal Vaduz…Dove sta la difficoltà?
"Lo so, lo so, ne hanno preso cinque anche dal Neuchâtel Xamax. Attenzione, il mio non è un rimprovero, faccio solo un’analisi della partita. E per me loro hanno difeso dall’inizio alla fine e noi dominato dal primo minuto. Il problema è nostro se non siamo riusciti a metterla dentro. Come ho appena detto, lavoriamo assieme da poco: ho tanta fiducia nei miei ragazzi, miglioreranno di sicuro".
Avverte pressioni per un immediato ritorno in Super League?
“Assolutamente no, a prescindere che questa retrocessione si è rivelata una catastrofe. Non c’è nessuna pressione, prepariamo sì la squadra per salire ma l’obiettivo immediato è di fare in modo che la gente veda un bel calcio”.
Tornando alla sua analisi della partita (0-0) è comunque normale che per una squadra che si è presa sei ‘pere’ sia stata applicata una ‘strategia’ diversa. È d’accordo?
"Sì, però mi chiedo se è normale anche per gli spettatori… Ognuno fa quello che può con i propri mezzi. Nella mia di un’analisi esamineremo quello che potevamo fare di più, o di meno".
Di più in che senso?
”Essere ad esempio più efficaci, più precisi nei piccoli spazi liberi, nei movimenti. Sono cose importantissime”.
Va da sé che, se come lascia intendere il sempre cordiale Adrian Ursea, il Bellinzona andando va avanti di questo passo (ė ultimo con 2 punti, 14 reti subite, 3 fatte) rischia di restare (a lungo o temporaneamente dipenderà dai risultati, la vittoria dopo cinque gare di campionato è ancora una chimera) in fuorigioco, fa specie nel dopo partita il cambiamento di rotta degli ‘addetti’ all’ACB che hanno annullato il silenzio stampa (ratificato ancora prima del calcio d’avvio) permettendo ai giornalisti di parlare con Benavente ed Elio Trochen, autore di una ottima prestazione. Atteggiamenti perlomeno strani, conseguenti - riteniamo - al verdetto del campo. A prescindere, il giovanissimo (anno di nascita 2007) portiere ha dimostrato che non sarà necessario andarne a cercare, di portieri, uno in Colombia.
A parte il palo colpito da un Marchesano, i vodesi, scusate il giro di parole, sono rimasti al…palo.
“Loro non hanno fatto altro che difendere, avessimo trovato il gol non so cosa sarebbe successo”.
Avere rischiato di perdere:
“Ma no, abbiamo dominato dall’inizio alla fine! Se la gente è contenta di vedere questo calcio, è un loro problema. Io ho preso la squadra solamente due mesi fa, sono contentissimo di quello che produce oggi. Ė questo il punto. A Carouge ero riuscito a fare questo gioco dopo due anni, mentre a Yverdon ci ho impiegato due mesi. Dunque è qualcosa di molto positivo".
Diciamo allora che si tratta di due punti persi?
"Sicuramente, è difficile trovare spazi quando ai di fronte un avversario che sa solo difendersi a oltranza".
Beh, parla di una squadra che si è beccata sei gol dal Vaduz…Dove sta la difficoltà?
"Lo so, lo so, ne hanno preso cinque anche dal Neuchâtel Xamax. Attenzione, il mio non è un rimprovero, faccio solo un’analisi della partita. E per me loro hanno difeso dall’inizio alla fine e noi dominato dal primo minuto. Il problema è nostro se non siamo riusciti a metterla dentro. Come ho appena detto, lavoriamo assieme da poco: ho tanta fiducia nei miei ragazzi, miglioreranno di sicuro".
Avverte pressioni per un immediato ritorno in Super League?
“Assolutamente no, a prescindere che questa retrocessione si è rivelata una catastrofe. Non c’è nessuna pressione, prepariamo sì la squadra per salire ma l’obiettivo immediato è di fare in modo che la gente veda un bel calcio”.
Tornando alla sua analisi della partita (0-0) è comunque normale che per una squadra che si è presa sei ‘pere’ sia stata applicata una ‘strategia’ diversa. È d’accordo?
"Sì, però mi chiedo se è normale anche per gli spettatori… Ognuno fa quello che può con i propri mezzi. Nella mia di un’analisi esamineremo quello che potevamo fare di più, o di meno".
Di più in che senso?
”Essere ad esempio più efficaci, più precisi nei piccoli spazi liberi, nei movimenti. Sono cose importantissime”.
Va da sé che, se come lascia intendere il sempre cordiale Adrian Ursea, il Bellinzona andando va avanti di questo passo (ė ultimo con 2 punti, 14 reti subite, 3 fatte) rischia di restare (a lungo o temporaneamente dipenderà dai risultati, la vittoria dopo cinque gare di campionato è ancora una chimera) in fuorigioco, fa specie nel dopo partita il cambiamento di rotta degli ‘addetti’ all’ACB che hanno annullato il silenzio stampa (ratificato ancora prima del calcio d’avvio) permettendo ai giornalisti di parlare con Benavente ed Elio Trochen, autore di una ottima prestazione. Atteggiamenti perlomeno strani, conseguenti - riteniamo - al verdetto del campo. A prescindere, il giovanissimo (anno di nascita 2007) portiere ha dimostrato che non sarà necessario andarne a cercare, di portieri, uno in Colombia.
(Adrian Ursea nella foto ENLA)