Sta succedendo in nazionale, e per certi versi, anche a
Lugano.
C’è gente insoddisfatta, che per un motivo o per l’altro, vuole cambiare aria.
In nazionale, dopo Kospo, tocca adesso a Avdullahu, che appena lasciata la Super League (dal Basilea è passato all’Hoffenheim) ha deciso di sfilarsi anche la maglia rossocrociata (aveva giocato nell’Under 21). Difenderà i colori del Kosovo, e tra pochi giorni, ironia della sorte, potrebbe affrontare proprio la squadra di Yakin.
E a Lugano cosa succede? Ci sono giocatori che vogliono apertamente andare via. Lo dicono a parole ma soprattutto con il loro atteggiamento.
Hajdari voleva partire da tempo e da qualche ora è andato a fare compagnia ad Avdallahu all’Hoffenheim. Chissà se anche lui, che ha giocato soltanto un’amichevole con la nazionale svizzera, deciderà di giocare per il Kosovo. Vedremo. Non sarebbe una sorpresa.
Potrebbe lasciare Lugano anche un altro difensore centrale, ossia Papadopoulos (nella foto), che da qualche tempo ha detto al club di voler cambiare aria. Anche per lui, il FC Lugano è diventato troppo stretto.
Lo era anche per Celar lo scorso anno, che dopo una stagione negativa al QPR (serie B inglese), ora è finito nella seconda Bundesliga al Fortuna Düsseldorf.
La differenza tra la nazionale e il Lugano è evidente: la prima ha investito soldi per far crescere il giocatore, che poi darà i propri servizi a un’altra nazionale. Una beffa in pieno stile che presto o tardi dovrà trovare un rimedio.
Il club bianconero, perlomeno, se sarà bravo a lavorare sul mercato, potrà incassare qualche franchetto. Com’è stato il caso con Hajdari e probabilmente lo sarà con Papadopoulos.
Per il resto, non si può fare nulla. Chi vuole andare, va lasciato andare.
Senza rimpianti, senza fare dei drammi, anche se ci fosse una perdita tecnica.
Vestire una maglia deve restare una questione di orgoglio e motivazione, e chi non li ha, è meglio che si faccia da parte.
D’altronde Kospo e Avdallahu non possono essere considerati delle perdite, visto che non avevano ancora indossato la nostra casacca e non sappiamo il loro reale potenziale, mentre Hajdari e Papadopoulos, pur bravi che siano, non c’erano il 22 maggio del 2022 a Berna, quando il Lugano vinse la Coppa Svizzera.
Siamo convinti che si potrà andare avanti a giocare a calcio anche senza di loro. E magari pure meglio.
C’è gente insoddisfatta, che per un motivo o per l’altro, vuole cambiare aria.
In nazionale, dopo Kospo, tocca adesso a Avdullahu, che appena lasciata la Super League (dal Basilea è passato all’Hoffenheim) ha deciso di sfilarsi anche la maglia rossocrociata (aveva giocato nell’Under 21). Difenderà i colori del Kosovo, e tra pochi giorni, ironia della sorte, potrebbe affrontare proprio la squadra di Yakin.
E a Lugano cosa succede? Ci sono giocatori che vogliono apertamente andare via. Lo dicono a parole ma soprattutto con il loro atteggiamento.
Hajdari voleva partire da tempo e da qualche ora è andato a fare compagnia ad Avdallahu all’Hoffenheim. Chissà se anche lui, che ha giocato soltanto un’amichevole con la nazionale svizzera, deciderà di giocare per il Kosovo. Vedremo. Non sarebbe una sorpresa.
Potrebbe lasciare Lugano anche un altro difensore centrale, ossia Papadopoulos (nella foto), che da qualche tempo ha detto al club di voler cambiare aria. Anche per lui, il FC Lugano è diventato troppo stretto.
Lo era anche per Celar lo scorso anno, che dopo una stagione negativa al QPR (serie B inglese), ora è finito nella seconda Bundesliga al Fortuna Düsseldorf.
La differenza tra la nazionale e il Lugano è evidente: la prima ha investito soldi per far crescere il giocatore, che poi darà i propri servizi a un’altra nazionale. Una beffa in pieno stile che presto o tardi dovrà trovare un rimedio.
Il club bianconero, perlomeno, se sarà bravo a lavorare sul mercato, potrà incassare qualche franchetto. Com’è stato il caso con Hajdari e probabilmente lo sarà con Papadopoulos.
Per il resto, non si può fare nulla. Chi vuole andare, va lasciato andare.
Senza rimpianti, senza fare dei drammi, anche se ci fosse una perdita tecnica.
Vestire una maglia deve restare una questione di orgoglio e motivazione, e chi non li ha, è meglio che si faccia da parte.
D’altronde Kospo e Avdallahu non possono essere considerati delle perdite, visto che non avevano ancora indossato la nostra casacca e non sappiamo il loro reale potenziale, mentre Hajdari e Papadopoulos, pur bravi che siano, non c’erano il 22 maggio del 2022 a Berna, quando il Lugano vinse la Coppa Svizzera.
Siamo convinti che si potrà andare avanti a giocare a calcio anche senza di loro. E magari pure meglio.