Colpa dell’allenatore o di un club che sembra ormai allo
sbando?
Ruben Amorim, 40 anni, nato a Lisbona, è arrivato nel novembre del 2024 a Manchester, sponda United, come il salvatore della patria, o meglio, come l’allenatore emergente del calcio europeo.
Aveva appena vinto il campionato con lo Sporting Lisbona ed era nettamente in testa anche nella successiva stagione. Gli riusciva, tutto, ogni partita era uno spettacolo, ogni scelta azzeccatissima.
Lo United ha puntato su di lui, lo ha identificato come l’uomo giusto e lo ha strappato al club portoghese. Pagandolo 10 milioni di euro, ossia la clausola che lo Sporting aveva inserito nel contratto.
Non c’era tempo da perdere, Amorim era l’allenatore che avrebbe risollevato le sorti del club. Ne erano tutti convinti. Contratto fino al giugno del 2027, totale libertà di manovra e di scelta. Insomma, il classico manager all’inglese che avrebbe dovuto cambiare i connotati di un club che dopo Ferguson sembra essersi smarrito.
E invece, dopo quasi un anno, il bilancio di Amorim è a dir poco negativo.
Nello United regna il caos più assoluto: una sconfitta dietro l’altra, figuracce in serie.
La scorsa stagione è terminata con un umiliante 15. posto in Premier League e la sconfitta in finale di Europa League contro il Tottenham, che aveva chiuso la stagione addirittura al 17. posto.
Il mercato estivo, che chiude tra pochi giorni, avrebbe dovuto ridare smalto alla squadra, dopo la spesa (finora) di ben 230 milioni di euro.
E invece, dopo la sconfitta interna con l’Arsenal e il pareggio col Fulham, ieri sera è arrivata la clamorosa eliminazione dalla Coppa della Lega ai calci di rigori contro il Grimbsy, squadra di quarta lega.
A fine partita, un Amorim imbarazzatissimo non finiva di chiedere scusa ai tifosi.
Ma è chiaro, che la sua avventura, in quasi un anno di permanenza allo United, è decisamente fallimentare. Anzi, per qualcuno, è ormai ai titoli di coda.
Ma il club avrà la voglia e la forza di cambiare ancora? O andrà fino in fondo con lui?
In Inghilterra ormai se lo chiedono tutti. Così come si chiedono se in questo club i problemi non risiedano forse più in alto.
Ruben Amorim, 40 anni, nato a Lisbona, è arrivato nel novembre del 2024 a Manchester, sponda United, come il salvatore della patria, o meglio, come l’allenatore emergente del calcio europeo.
Aveva appena vinto il campionato con lo Sporting Lisbona ed era nettamente in testa anche nella successiva stagione. Gli riusciva, tutto, ogni partita era uno spettacolo, ogni scelta azzeccatissima.
Lo United ha puntato su di lui, lo ha identificato come l’uomo giusto e lo ha strappato al club portoghese. Pagandolo 10 milioni di euro, ossia la clausola che lo Sporting aveva inserito nel contratto.
Non c’era tempo da perdere, Amorim era l’allenatore che avrebbe risollevato le sorti del club. Ne erano tutti convinti. Contratto fino al giugno del 2027, totale libertà di manovra e di scelta. Insomma, il classico manager all’inglese che avrebbe dovuto cambiare i connotati di un club che dopo Ferguson sembra essersi smarrito.
E invece, dopo quasi un anno, il bilancio di Amorim è a dir poco negativo.
Nello United regna il caos più assoluto: una sconfitta dietro l’altra, figuracce in serie.
La scorsa stagione è terminata con un umiliante 15. posto in Premier League e la sconfitta in finale di Europa League contro il Tottenham, che aveva chiuso la stagione addirittura al 17. posto.
Il mercato estivo, che chiude tra pochi giorni, avrebbe dovuto ridare smalto alla squadra, dopo la spesa (finora) di ben 230 milioni di euro.
E invece, dopo la sconfitta interna con l’Arsenal e il pareggio col Fulham, ieri sera è arrivata la clamorosa eliminazione dalla Coppa della Lega ai calci di rigori contro il Grimbsy, squadra di quarta lega.
A fine partita, un Amorim imbarazzatissimo non finiva di chiedere scusa ai tifosi.
Ma è chiaro, che la sua avventura, in quasi un anno di permanenza allo United, è decisamente fallimentare. Anzi, per qualcuno, è ormai ai titoli di coda.
Ma il club avrà la voglia e la forza di cambiare ancora? O andrà fino in fondo con lui?
In Inghilterra ormai se lo chiedono tutti. Così come si chiedono se in questo club i problemi non risiedano forse più in alto.