Il Lugano è in difficoltà: ormai non è più una novità. Lo è
da qualche mese a questa parte.
Si sperava che l’estate, con il suo mercato, avrebbe ridato vigore a una squadra che aveva finito in calando lo scorso campionato. E invece, dopo un mese e mezzo di stagione, i bianconeri sono fuori dall’Europa, dalla coppa svizzera e terz’ultimi in campionato.
Dopo la sconfitta di ieri a Berna, è tornato in auge il tema riguardante la condizione fisica dei bianconeri. A un primo tempo tutto sommato positivo, è seguita una ripresa sconcertante. I soliti errori di concentrazione ma soprattutto una mancanza di aggressività che sembra una costante di questa squadra.
Colpa della preparazione? Degli infortuni? O semplicemente è questo il livello di questi giocatori?
Probabilmente è un mix di tutto questo. Ma una cosa che ieri è balzata all’occhio, in maniera evidente, è la netta differenza di struttura tra lo Young Boys e il Lugano. Due squadre costruite, a livello fisico, in maniera completamente diversa. Grandi e forti fisicamente, i bernesi, sebbene non abbiano un gran gioco sul quale appoggiarsi, fanno la differenza con la loro potenza.
Virginius, Monteiro e Bedia, solo per citarne tre, hanno qualità fisiche cdi cui i bianconeri non dispongono.
Abbiamo visto Doumbia e Marques soffrire sulle due fasce, mentre in attacco, a parte Parsemain, i bianconeri non avevano giocatori di stazza. Steffen, Dos Santos, Alioski o Koutsias, per non citare Bottani, sono elementi dotati di buona tecnica, ma che non possono reggere il confronto quando la partita si mette sul piano della battaglia.
Servirebbero almeno un difensore centrale e un centrocampista con queste caratteristiche, in attesa che Behrens guarisca dai suoi acciacchi e possa finalmente dare una mano là davanti. Per avere così una colonna vertebrale capace di reggere l'urto degli avversari.
Altrimenti, con i campi pesanti e l’inverno alle porte, per questo Lugano così fragile la stagione rischia di diventare maledettamente complicata.
Si sperava che l’estate, con il suo mercato, avrebbe ridato vigore a una squadra che aveva finito in calando lo scorso campionato. E invece, dopo un mese e mezzo di stagione, i bianconeri sono fuori dall’Europa, dalla coppa svizzera e terz’ultimi in campionato.
Dopo la sconfitta di ieri a Berna, è tornato in auge il tema riguardante la condizione fisica dei bianconeri. A un primo tempo tutto sommato positivo, è seguita una ripresa sconcertante. I soliti errori di concentrazione ma soprattutto una mancanza di aggressività che sembra una costante di questa squadra.
Colpa della preparazione? Degli infortuni? O semplicemente è questo il livello di questi giocatori?
Probabilmente è un mix di tutto questo. Ma una cosa che ieri è balzata all’occhio, in maniera evidente, è la netta differenza di struttura tra lo Young Boys e il Lugano. Due squadre costruite, a livello fisico, in maniera completamente diversa. Grandi e forti fisicamente, i bernesi, sebbene non abbiano un gran gioco sul quale appoggiarsi, fanno la differenza con la loro potenza.
Virginius, Monteiro e Bedia, solo per citarne tre, hanno qualità fisiche cdi cui i bianconeri non dispongono.
Abbiamo visto Doumbia e Marques soffrire sulle due fasce, mentre in attacco, a parte Parsemain, i bianconeri non avevano giocatori di stazza. Steffen, Dos Santos, Alioski o Koutsias, per non citare Bottani, sono elementi dotati di buona tecnica, ma che non possono reggere il confronto quando la partita si mette sul piano della battaglia.
Servirebbero almeno un difensore centrale e un centrocampista con queste caratteristiche, in attesa che Behrens guarisca dai suoi acciacchi e possa finalmente dare una mano là davanti. Per avere così una colonna vertebrale capace di reggere l'urto degli avversari.
Altrimenti, con i campi pesanti e l’inverno alle porte, per questo Lugano così fragile la stagione rischia di diventare maledettamente complicata.
(Immagini FC Lugano)