Il Lugano versione 2025/26 è una sorta di ripartenza. Sotto gli impulsi del nuovo direttore sportivo Janick Steinmann la società bianconera tenterà di rifarsi dopo la deludente scorsa stagione. Nessuno si attende miracoli o la luna, ma è certamente lecito aspettarsi un miglioramento che permetta perlomeno di raggiungere il postseason per i giochi che contano. Non sarà però evidente e semplice la missione che attende Thürkauf e compagni. Tante le incognite, ma la curiosità è evidentemente enorme. Riuscirà il nuovo staff tecnico svedese guidato dal duo Mitell ed Hedlund a ridare lustro ai bianconeri e fare risalire la china? Tanto dipenderà evidentemente dagli stranieri e dai portieri.
Per quanto riguarda questi ultimi si spera vivamente che Joren Van Pottelberghe dopo il grave incidente dell’anno scorso si sia ripreso e possa finalmente mostrare il suo valore. L’ex Bienne è reduce da stagioni piene di peripezie, ma c’è bisogno di lui per spalleggiare un Niklas Schlegel pure chiamato al riscatto dopo una stagione non certo brillante. Il terzo estremo difensore sarà invece il giovane Alessio Beglieri che arriva dal Visp.
Per quanto riguarda il reparto difensivo, è tornato all’ovile Brian Zanetti. Il giovane prodotto locale ha fatto molto bene a Langnau, la speranza che possa continuare la sua progressione in un contesto ben più difficile. Tanto ci si attende ovviamente anche dal nuovo straniero Connor Carrick. Lo statunitense è chiamato a dare fisicità, grinta, leadership e anche qualche impulso in zona offensiva. Nel complesso sono parecchi ovviamente gli elementi chiamanti a un riscatto. I vari Dahlström, Alatalo, Mirco Müller ed Aebischer hanno complessivamente deluso nella scorsa stagione. È inutile girarci attorno, da questi giocatori ci si aspetta un contributo maggiore. Solo così si potrà risalirà la china. A completare la difesa ci saranno poi Jesper Peltonen, valore sicuro, Samuel Guerra che fa sempre il suo e infine i giovani Meile e Togni che scalpitano nella speranza di scalare le gerarchie.
In attacco occhi particolarmente puntati sui nuovi stranieri, ovvero i canadesi Mike Sgarbossa e Brendan Perlini, lo statunitense Sanford e il finlandese Rasmus Kupari. Sgarbossa, con nel bagaglio molto vissuto hockeistico, dovrebbe trainare il carro e portare creatività al centro grazie a delle buone mani e una ottima visione di gioco. Perlini ha grande potenziale, è dotato di un magnifico tiro, ma la sua parabola è discendente e finora nelle sue esperienza in Svizzera non ha particolarmente incantato. Sanford è un elemento versatile ed esperto mentre Kupari è il più giovane e quello forse con il profilo più intrigante. Ottimo pattinatore, da giovanissimo le sue quotazioni erano altissime e fu draftato da Los Angeles al primo turno nel 2018. Elemento molto duttile, può ricoprire sia il ruolo di centro che quello di ala. In Nordamerica ha più che altro svolto compiti difensivi, a Lugano potrà e dovrà pure mettere in atto il suo istinto offensivo.
Tanto dell’auspicata ripartenza passerà come già detto dai nuovi stranieri, senza ovviamente però dimenticare gli importanti ritorni di Dario Simion e Alessio Bertaggia. Il primo dovrà garantire parecchie reti, mentre il secondo dovrà soprattutto portare velocità e aggressività. Tra i nuovi arrivi ci sono inoltre l’ex Bienne Ramon Tanner, attualmente però solo in prova, e lo svizzero canadese Jakob Lee proveniente da una lega universitaria canadese. Difficile prevedere tanto spazio per questi ultimi due giocatori. Per l’unico straniero offensivo rimasto, ovvero Sekac (uscito infortunato nell'amichevole di ieri sera), vale in fondo lo stesso discorso che per molti altri, anche da lui ci si attende un riscatto. Molte delle speranze luganesi passeranno inoltre dal magico bastone di Luca Fazzini e da quello di capitan Thürkauf, due veri pezzi da 90. Un’ulteriore crescita è attesa per quel che concerne Lorenzo Canonica; importante sarà inoltre il completo recupero di Giovanni Morini. Aleksi Peltonen, che ha ricevuto una nuova chance, Marco Zanetti e Cole Cormier completeranno lo scacchiere offensivo. Per loro non sarà evidente ritagliarsi una fetta importante di ghiaccio.
Tanto dell’auspicata ripartenza passerà come già detto dai nuovi stranieri, senza ovviamente però dimenticare gli importanti ritorni di Dario Simion e Alessio Bertaggia. Il primo dovrà garantire parecchie reti, mentre il secondo dovrà soprattutto portare velocità e aggressività. Tra i nuovi arrivi ci sono inoltre l’ex Bienne Ramon Tanner, attualmente però solo in prova, e lo svizzero canadese Jakob Lee proveniente da una lega universitaria canadese. Difficile prevedere tanto spazio per questi ultimi due giocatori. Per l’unico straniero offensivo rimasto, ovvero Sekac (uscito infortunato nell'amichevole di ieri sera), vale in fondo lo stesso discorso che per molti altri, anche da lui ci si attende un riscatto. Molte delle speranze luganesi passeranno inoltre dal magico bastone di Luca Fazzini e da quello di capitan Thürkauf, due veri pezzi da 90. Un’ulteriore crescita è attesa per quel che concerne Lorenzo Canonica; importante sarà inoltre il completo recupero di Giovanni Morini. Aleksi Peltonen, che ha ricevuto una nuova chance, Marco Zanetti e Cole Cormier completeranno lo scacchiere offensivo. Per loro non sarà evidente ritagliarsi una fetta importante di ghiaccio.
Capitolo partenze, si sono salutati Carr, Arcobello (che però è rimasto a Lugano in qualità di assistente allenatore della U18) e Joly, tre elementi apprezzati. Pure Marco Müller, troppo incostante, ha salutato la Cornèr Arena, mentre Verboon è stato scambiato con Bertaggia.
Gli altri addii? Huska, Hausheer, Reichle, Pulli, Zohorna e Patry, elementi che non verranno rimpianti, anche se l’estremo difensore slovacco aveva concluso in maniera egregia l’ultimo campionato.
Gli altri addii? Huska, Hausheer, Reichle, Pulli, Zohorna e Patry, elementi che non verranno rimpianti, anche se l’estremo difensore slovacco aveva concluso in maniera egregia l’ultimo campionato.
Cosa potrà quindi fare questo Lugano? Difficile se non impensabile vederlo rivaleggiare con le migliori squadre, ma la sensazione è che i sottocenerini possano tranquillamente competere con le avversarie di media-bassa fascia per centrare un biglietto valido per i play-in. Certo, gli interrogativi sono tantissimi, com’è normale che sia, già solo per la presenza di un nuovo allenatore. Il Lugano è in fondo un cantiere aperto e i cambiamenti decisi da Steinmann non sono che l’inizio di una nuova era. Ci vorrà molto tempo e la pazienza non dovrà venire a meno, anche se le cose non dovessero iniziare nei migliori dei modi. Primordiale sarà anche una comunicazione trasparente e onesta al fine di poter infondere serenità e calma a tutto l’ambiente. Importanti saranno pure l’unità e la solidarietà nei momenti duri. Nel complesso è un grande challenge quello che attende l’intera organizzazione bianconera, una sfida difficile, ma proprio per questo così stimolante. Ogni sconfitta bruciante è un’occasione per leccarsi le ferite, apprendere e provare a ripartire: la cocente delusione dello scorso campionato, seppure dolorosa, rappresenta appunto una di queste chance.
(Foto Ticishot-Simone Andriani)