Sui social, e non solo, la
situazione del FC Lugano è caldissima. La prestazione di Berna ha
infatti aperto il fianco a una lunga serie di critiche: e, al netto
del fatto che ognuno dica la sua, c'è unanimità sul fatto che, a
questa squadra, servano rinforzi. Dopodiché, sono in molti a fare
opera di revisionismo su questi ultimi anni: e lì, va detto, forse
qualcuno va un po' troppo oltre, al nonostante la delusione faccia
brutti scherzi. In realtà la squadra, sulla carta, vanta un organico
che non è certo inferiore a quello delle rivali principali. Il
problema è lo stato di forma di tanti elementi chiave, una
situazione che preoccupa perché la stagione, ormai, è iniziata a
fine luglio. E l'alibi dell'essere a inizio annata non regge più.
L'altra questione riguarda il mercato: lo scorso anno, per dire, i
ticinesi riuscirono a portare a casa Daniel Dos Santos il quale, al
netto di un rendimento sinora al di sotto delle aspettative, era
stato votato miglior giocatore della serie cadetta. Oggi, pur tenendo
conto delle politiche di mercato, volte a privilegiare giovani da far
crescere per poi rivenderli a buon prezzo (è stato il caso di Alban
Hajdari, per esempio), bisognerebbe capire qual è, in questo
momento, il livello di gradimento del FC Lugano per un giovane che
abbia voglia di giocare e mettersi in mostra. Il presunto immobilismo
sul mercato, anche se sappiamo che sono diversi gli elementi tenuti
d'occhio, potrebbe essere figlio di queste difficoltà: essere fuori
dall'Europa, per dire, non è certamente il biglietto da visita
giusto. E le bellezze del Ceresio e il cantiere avanzato del nuovo
stadio possono non bastare. L'ambiente ha poi bisogno di ritrovare
certezze e solidità. Mattia Bottani, a Berna, ha parlato chiaro: il
morale, la compattezza dello spogliatoio crescono con i risultati.
Dopo la sosta, la squadra è attesa da una sfida in trasferta
quantomeno problematica a San Gallo, contro una compagine lanciata e
spinta da un pubblico caldissimo: siamo facili profeti nel prevedere
che di biglietti, alla kybunarena, ne saranno ormai disponibili molto
pochi. Poi, certamente, se il Lugano troverà una serata di spessore
da parte dei suoi interpreti migliori potrebbe fare il colpaccio.
Tuttavia, la realtà di oggi ci racconta, impietosamente, di una
squadra che incassa mediamente circa due gol a partita, segnandone
molti meno. E qua ci vengono in mente di nuovo le parole di Bottani
che abbiamo citato: va bene allenarsi, vanno bene la carica e i
discorsi motivazionali, ma un gruppo lo rimetti in piedi coi
risultati positivi. Che devono essere in serie, aggiungiamo noi,
perché l'impresa isolata lascia il tempo che trova. Si è fatta, per
ora, un'operazione abbastanza profonda sullo staff. Le parole di
Mattia Croci-Torti ci hanno fatto capire che alcune figure erano
state richieste, altre meno. Noi ci teniamo i dubbi sui preparatori
atletici, anche se, ovviamente, ci auguriamo di vedere gli uomini in
bianconero correre di più degli avversari per tutti i 90', a partire
da San Gallo, il tutto associato alla fine dei problemi muscolari.
Zanotti che compromette stagione e sessione di mercato dopo circa 10'
di partita è stato un episodio emblematico, ma che spiega la
prudenza con la quale è stato gestito Albian Hajdari il quale, a
detta del DS Sebastian Pelzer, era da considerarsi la cassaforte del
club, vale a dire la fonte da dove prendere i soldi per rinforzare la
squadra, in ossequio al fair play finanziario. Non resta che
attendere ancora, quindi, al netto dei presupposti sopra illustrati:
ci sarà tempo, più avanti, per analizzare e, se necessario,
criticare.
(Immagini
FC Lugano)