C'erano una volta gli anni '70, e c'era una volta la Formula 1 che, timidamente, iniziava i primi passi verso una dimensione più simile all'attuale. Enzo Ferrari era ancora saldo sul ponte di comando a Maranello e, anche se ormai non veniva più di persona sui circuiti, seguiva tutto con grande attenzione dall'Emilia, mentre per noi, quel 6 settembre 1975, fu la prima volta in un autodromo. A nostro padre non piaceva vedere la gara dal vivo; preferiva infatti le prove perché, ai tempi, ci si poteva muovere su gran parte delle tribune e, soprattutto, nei punti più interessanti del circuito: Lesmo, staccata parabolica eccetera. Alla sessione ufficiale assistemmo invece dalla terrazza sopra i box: pole per Niki Lauda con il tempo di 1'32''24, mentre Clay fece il secondo migliore risultato (1'32''75). Da notare che non esistevano ancora le varianti Roggia, Goodyear e Ascari, che caratterizzano il circuito brianzolo dal 1976.
La gara della domenica segnò il grande successo del Cavallino e di Clay Regazzoni in particolare, e si capì dalla reazione del pubblico che fosse proprio quello il risultato auspicato dalla grande folla di spettatori presente quella domenica 7 settembre 1975. Davanti anche a migliaia di ticinesi entusiasti, che sventolavano la bandiera rossocrociata sotto quella della scuderia di Maranello, il nostro portacolori si aggiudicò il Gran Premio d'Italia per la seconda volta in carriera (la prima nel 1970), rimanendo in testa dal primo all'ultimo giro, mentre dietro si scatenò la bagarre, con Niki Lauda futuro campione del mondo costretto a cedere la piazza d'onore al campione uscente Emerson Fittipaldi, per via di una sospensione posteriore in disordine. Tuttavia, il risultato consentì all'austriaco di laurearsi in anticipo campione del mondo, dopo 11 anni di attesa (l'ultima vittoria era stata di John Surtees nel 1964: il pilota britannico è l'unico, nella storia degli sport motoristici, a essersi laureato campione del mondo sulle moto e in Formula 1) e alla Ferrari di aggiudicarsi il titolo costruttori.
La scuderia modenese, in questo fine settimana al Tempio della Velocità, ricorda quel fine settimana di mezzo secolo fa con una livrea speciale della SF25, evocante la 312T campione del mondo 1975, geniale creazione di Mauro Forghieri, derivata dalla 312 B3 con la quale, l'anno prima, Clay sfiorò la conquista del mondiale piloti. Per noi resta l'ultima vittoria di un conduttore ticinese a Monza in Formula 1: un'epopea irripetibile, quella della Formula regina negli anni '60 e '70 per il nostro Cantone, partita con Silvio Moser, zurighese di nascita ma ticinese dal punto di vista motoristico, e continuata con Clay Regazzoni, forse lo sportivo della Svizzera italiana che si è fatto più conoscere al mondo nonostante, negli anni successivi, il Ticino abbia espresso tanti atleti di vertice, in diverse discipline.
La gara della domenica segnò il grande successo del Cavallino e di Clay Regazzoni in particolare, e si capì dalla reazione del pubblico che fosse proprio quello il risultato auspicato dalla grande folla di spettatori presente quella domenica 7 settembre 1975. Davanti anche a migliaia di ticinesi entusiasti, che sventolavano la bandiera rossocrociata sotto quella della scuderia di Maranello, il nostro portacolori si aggiudicò il Gran Premio d'Italia per la seconda volta in carriera (la prima nel 1970), rimanendo in testa dal primo all'ultimo giro, mentre dietro si scatenò la bagarre, con Niki Lauda futuro campione del mondo costretto a cedere la piazza d'onore al campione uscente Emerson Fittipaldi, per via di una sospensione posteriore in disordine. Tuttavia, il risultato consentì all'austriaco di laurearsi in anticipo campione del mondo, dopo 11 anni di attesa (l'ultima vittoria era stata di John Surtees nel 1964: il pilota britannico è l'unico, nella storia degli sport motoristici, a essersi laureato campione del mondo sulle moto e in Formula 1) e alla Ferrari di aggiudicarsi il titolo costruttori.
La scuderia modenese, in questo fine settimana al Tempio della Velocità, ricorda quel fine settimana di mezzo secolo fa con una livrea speciale della SF25, evocante la 312T campione del mondo 1975, geniale creazione di Mauro Forghieri, derivata dalla 312 B3 con la quale, l'anno prima, Clay sfiorò la conquista del mondiale piloti. Per noi resta l'ultima vittoria di un conduttore ticinese a Monza in Formula 1: un'epopea irripetibile, quella della Formula regina negli anni '60 e '70 per il nostro Cantone, partita con Silvio Moser, zurighese di nascita ma ticinese dal punto di vista motoristico, e continuata con Clay Regazzoni, forse lo sportivo della Svizzera italiana che si è fatto più conoscere al mondo nonostante, negli anni successivi, il Ticino abbia espresso tanti atleti di vertice, in diverse discipline.