Volete conoscere una
storiella di un’ACB più lieto riguardo ai tempi che corrono? Eccovela.
Correva la stagione 1970/71, o forse ’72, quando il mitico e storico fotografo Fontana Nollo (botteghino di fotografia in viale Portone, sotto la murata) scattò questa immagine al Comunale di Bellinzona. Squadra degli allievi C1, allenatore Soldini (a sinistra), coach il maestro Pancera (destra). Era quella degli anni di nascita 1957 e ’58, una mezza futura squadra di Lega Nazionale.
Correva la stagione 1970/71, o forse ’72, quando il mitico e storico fotografo Fontana Nollo (botteghino di fotografia in viale Portone, sotto la murata) scattò questa immagine al Comunale di Bellinzona. Squadra degli allievi C1, allenatore Soldini (a sinistra), coach il maestro Pancera (destra). Era quella degli anni di nascita 1957 e ’58, una mezza futura squadra di Lega Nazionale.
In piedi, quinto da sinistra,
al centro, Arno Rossini, che per anni ha indossato la maglia dell’ACB nelle
leghe superiori e in seguito, diploma di Uefa Pro in tasca, allenato Giubiasco,
l’ACB, Losone, Locarno, Biasca, Sion e YB (assistente). Suo fratello minore
Marco raggiungerà l’ACB due anni più tardi. A destra di Rossini, di Monte
Carasso pure lui, vediamo Sciaroni e indi Schär. Monte Carasso era una terra di
calciatori visto che prima di loro giunsero Francesco Monighetti e Olando
Pestoni. Tutti un giorno promossi in prima squadra.
L’ultimo a destra in maglia
bianca è Roberto Leoni, cresciuto a 200 metri dallo stadio Comunale. Era il
migliore dei giovani dell’intera città, tanto che sul campetto della Moderna, da
ragazzo, giocava da solo contro tutti, pur di non dover passare la palla. Il
suo primo “score” lo ottenne quando aveva uno o due anni, ricevendo in regalo,
a Natale, un pallone: lo tirò d’istinto abbattendo l’albero, esclamando “Uno a
scelo”.
Se diciamo Moderna, ebbene su
quel prato vicino alla defunta stazione di partenza del trenino
Bellinzona-Mesocco, nacque il futuro FC Moderna. Loro erano i “grandi”, noi per
così dire gli juniori. Era l’ombelico del mondo pallonaro di Bellinzona Nord.
Unica concorrenza cittadina per noi ragazzi era la squadra delle Semine che era
diretta dal futuro ciclista professionista Antonio Ferretti.
In basso a sinistra Sandro
Maccini che raggiunse i “C” del Bellinzona pur abitando a Rivera. Ma come, a
quei tempi, un sottocenerino a Bellinzona? Era spesso accompagnato dal padre
che ci distribuiva le mitiche cicche Stimorol, dunque gli si perdonò quel
mercoledì pomeriggio quando si presentò in allenamento con la maglia… del
Lugano. A Cornaredo terminò la carriera che da Bellinzona lo portò al Neuchâtel
Xamax. Tra l’altro il “Macio” è cugino dell’allenatore (ed ex nazionale) Marco
Schällibaum, cresciuto in Svizzera tedesca ma spesso in Ticino in vacanza.
Terzo da sinistra, in basso,
l‘autore di queste righe in formato portiere di riserva e vicino a lui il
“titolare” Bonzanigo, pupillo del coach Pancera per essere più alto di dieci
centimetri. Penultimo della fila, il futuro mezzofondista Marco Rapp.
I ricordi di una volta ci
riportano al Torneo Primavera di Locarno dove l’ambizione era quella della
finale per giocarla sul campo principale. Giungere anche in finale per il
Campionato Ticinese che spesso ci vedeva col Lugano. Oppure la tribunetta del
FC Faido 1919. Il vecchio campo del Biasca oggi ricoperto dall’autostrada,
dalla quale si intravedono ancora gli spogliatoi di una volta.
Ed ecco la didascalia
completa di questi “pulcini”.
In piedi da sinistra: Soldini (allenatore), Boggia, Borsetto, Luraschi, Rossini, Sciaroni, Schär, Leoni, Pancera (accompagnatore). In ginocchio da sinistra: Maccini, Marenghi, Giorgio Keller, Bonzanigo, Ferrini, Bognuda, Rapp, Cerreti.
In piedi da sinistra: Soldini (allenatore), Boggia, Borsetto, Luraschi, Rossini, Sciaroni, Schär, Leoni, Pancera (accompagnatore). In ginocchio da sinistra: Maccini, Marenghi, Giorgio Keller, Bonzanigo, Ferrini, Bognuda, Rapp, Cerreti.