MONDIALI 2026
L'Italia rischia ancora
Pubblicato il 10.09.2025 08:55
di Silvano Pulga
Il fine settimana delle nazionali ha probabilmente emesso un verdetto: a meno di capitomboli improbabili, e dando per scontato una sconfitta nello scontro diretto con l'Italia, fatto per nulla scontato tra l'altro, visto come sono andate le cose a Oslo, la Norvegia dovrebbe aver vinto il girone di qualificazione ai prossimi mondiali negli USA, spedendo gli azzurri ai playoff, con esiti imprevedibili. La differenza reti, già favorevole agli scandinavi, è stata infatti migliorata dagli stessi con la vittoria per 11 a 1 contro la Moldova, un punteggio da amichevole estiva di una squadra di professionisti contro una compagine di turisti in vacanza nella località del ritiro della prima. Potremmo discutere a lungo su che senso abbiano queste partite, e non è detto che ci torneremo: per ora, la rocambolesca vittoria degli Azzurri, lunedì sera, assume una veste diversa, diventando importante più come scontro diretto per guadagnarsi il posto ai playoff che non come affermazione in vista di un duello con la squadra di Haaland per giocarsi il passaporto per gli USA.
La possibilità, quindi, che la nazionale italiana sia esclusa dai Mondiali per la terza edizione consecutiva, diventa uno spettro con il quale tifosi e addetti ai lavori devono fare i conti. La squadra ha segnato 10 gol in due partite, ma ne ha incassati ben 4 da Israele, non certo una grande potenza del calcio mondiale. Logico che si debba dare a Gennaro Gattuso un po' di tempo per capire come disporre in campo i suoi giannizzeri; tuttavia, appare già evidente come la fase difensiva abbia presentato diversi problemi. Alcuni elementi (Barella, Donnarumma per fare un paio di nomi, ma non sono i soli) sono apparsi in ritardo di preparazione, mentre Kean ha dimostrato concretezza e personalità, a dimostrazione che i gol incassati stanno diventando un problema maggiore rispetto a quelli segnati. Certo: il reparto offensivo non è certamente formato da fuoriclasse assoluti, ci mancherebbe. Tuttavia, contrapposto a squadre di medio cabotaggio, potrebbe ben disimpegnarsi.
Il problema, come abbiamo già accennato, è il tempo: quello, infatti, manca. Da qua alla fine dell'anno l'unità di misura per conteggiarlo saranno più le settimane che i mesi, e il traguardo è fondamentale: andare o meno in USA sarà infatti un vero spartiacque. Allo stesso modo, se Gattuso riuscisse nell'impresa di strappare il passaporto per l'America, non sarebbe la soluzione di tutti i problemi.
Il calcio italiano soffre da tempo di un male profondo; tuttavia, anche per i detrattori di questa dirigenza, sperare nell'ennesimo fallimento sportivo perché si apra una fase nuova sta diventando pesante. Al netto del fatto che, come già avvenuto in passato, non sarebbe una garanzia di rinnovamento.
L'importante, e lo ribadiamo, sarà la consapevolezza che l'eventuale qualificazione sarebbe, eventualmente, solo un risultato del campo, e non il segnale di una rinascita, e dell'aver intrapreso la strada del risanamento. Se la dirigenza avesse classe, se ne andrebbe offrendo magari ai successori la qualificazione ai Mondiali: ma qua siamo al fantacalcio, inteso non come gioco.