Il mercato del Lugano continua a far discutere. Le critiche
al direttore sportivo Sebastian Pelzer sono state piuttosto marcate. Serviva un difensore centrale e non è
arrivato. È questo il maggior capo d’accusa. Certo, poi si potrebbe aggiungere
che le voglie di Papadopoulos (per cui, l’offerta massima è stata di un
milione!) e Zanotti di partire sono state gestite con eccessiva leggerezza, e
che l’arrivo di Cassano dal Chicago è andato a chiudere l’ultima casella
disponibile della lista del contigente. Insomma, qualche errore è stato fatto. Inutile
negarlo.
È invece arrivato il portiere, pallino di Croci-Torti, che ormai aveva perso la fiducia in Saipi. Da altri giocatori, giunti a Lugano con un certo pedigree, ci si aspetta decisamente di più.
Intanto due obiettivi su tre sono già saltati, e c’è grande paura che la stagione appena iniziata, possa concludersi senza un posto in Europa. E considerato che a maggio del prossimo anno verrà inaugurato il nuovo stadio, sarebbe una grande delusione, oltre che una bella perdita economica.
I tifosi si chiedono se Mansueto si sia stufato di pompare soldi nel Lugano, e perché la vendita di Hajdari (attorno ai 5 milioni di euro), non sia stata degnamente compensata da qualche acquisto costoso.
Ebbene, anche a Lugano bisogna fare i conti con il bilancio. Anche se il proprietario è plurimiliardario (patrimonio di circa 7 miliardi di dollari), non vuol dire che ogni anno si possano fare buchi di svariati milioni. Oltretutto adesso, con il dollaro così debole. Da Chicago, che sanno fare bene i conti, è arrivato il segnale che investire va bene, com’è stato fatto abbondantemente nello stadio e nella struttura amministrativa gestita dal CEO Blaser, ma la gestione della squadra dovrà portare a una riduzione progressiva delle perdite. Com’è normale che sia.
Ogni acquisto è valutato dalla coppia Pelzer-Heitz, e poi certificato, appunto, da Chicago. Si è sempre lavorato così e sempre sarà così. Che piaccia o no, il Lugano è questo. E in fondo, ringraziamo che sia così.
È invece arrivato il portiere, pallino di Croci-Torti, che ormai aveva perso la fiducia in Saipi. Da altri giocatori, giunti a Lugano con un certo pedigree, ci si aspetta decisamente di più.
Intanto due obiettivi su tre sono già saltati, e c’è grande paura che la stagione appena iniziata, possa concludersi senza un posto in Europa. E considerato che a maggio del prossimo anno verrà inaugurato il nuovo stadio, sarebbe una grande delusione, oltre che una bella perdita economica.
I tifosi si chiedono se Mansueto si sia stufato di pompare soldi nel Lugano, e perché la vendita di Hajdari (attorno ai 5 milioni di euro), non sia stata degnamente compensata da qualche acquisto costoso.
Ebbene, anche a Lugano bisogna fare i conti con il bilancio. Anche se il proprietario è plurimiliardario (patrimonio di circa 7 miliardi di dollari), non vuol dire che ogni anno si possano fare buchi di svariati milioni. Oltretutto adesso, con il dollaro così debole. Da Chicago, che sanno fare bene i conti, è arrivato il segnale che investire va bene, com’è stato fatto abbondantemente nello stadio e nella struttura amministrativa gestita dal CEO Blaser, ma la gestione della squadra dovrà portare a una riduzione progressiva delle perdite. Com’è normale che sia.
Ogni acquisto è valutato dalla coppia Pelzer-Heitz, e poi certificato, appunto, da Chicago. Si è sempre lavorato così e sempre sarà così. Che piaccia o no, il Lugano è questo. E in fondo, ringraziamo che sia così.