Si può uscire per certi versi rinfrancati dopo una sconfitta di 5 a 1? Paradossalmente sì. È quello che è capitato ieri al Lugano, battuto sì nettamente per quanto concerne il risultato dalla corazzata degli ZSC Lions, ma il punteggio finale è decisamente bugiardo. Già, il Lugano per 50 minuti ha giocato molto bene. Certo, le prime due reti incassate sono frutto di errori, ma nel complesso i bianconeri hanno mostrato una gran bella struttura difensiva e un’ottima disciplina. Anche in attacco hanno creato tantissimo, con la linea tutta elvetica di Thürkauf, Bertaggia e Simion in grande spolvero per mobilità e mole di lavoro. In totale ben 35 i tiri scagliato dai sottocenerini contro la gabbia magistralmente difesa da Simon Hrubec. Quello che ancora manca al Lugano è l’apporto degli stranieri offensivi. Le assenze di Kupari e Sekac complicano ulteriormente la vita a Thomas Mitell e il suo staff. Un vero peccato, perché le fondamenta appaiono solide e l’organizzazione è all’ordine del giorno fin qui. Martedì contro il Bienne ci sarà un primo test veramente importante. Già, perché Friborgo, Zugo e Zurigo sono delle “potenze”, mentre i bernesi, sono di caratura inferiore e infatti sono ancora fermi al palo. Ecco dunque una prima partita di quelle da vincere, anche per incamerare un po’ di fiducia. Il Lugano finora è stato decisamente ricompensato male considerando quanto abbia creato fin qui. La speranza è che alla Tissot Arena la ruota giri a favore per una volta. Per farlo ci sarà però appunto bisogno di un maggior apporto offensivo anche da parte di Sgarbossa, Sanford e Perlini. Altrimenti sarà dura risalire la china, malgrado la bontà della struttura finora costruita dal nuovo corso svedese.
Nota di merito anche al tanto bistrattato Dahlström, in questa prima settimana di campionato si è comportato in maniera lusinghiera.
Nota di merito anche al tanto bistrattato Dahlström, in questa prima settimana di campionato si è comportato in maniera lusinghiera.
(Foto Ticishot-Simone Andriani)