CALCIO ITALIANO
La giacca di Max, la "papera" di Yann
Pubblicato il 15.09.2025 10:18
di Silvano Pulga
Minuto 88 a San Siro: percussione in area del nuovo entrato Cristopher Nkunku in area bolognese. L'ex attaccante del Chelsea ha prima un contatto con Lucumì, che sembrerebbe spingerlo da dietro. Il francese, dopo il contatto, cade ma si rialza, puntando nuovamente la porta, e rovinando al suolo dopo un contrasto con Remo Freuler. L'arbitro viene però richiamato dal VAR, che inspiegabilmente gli mostra soltanto il secondo intervento. Dopo un conciliabolo con Fabbri, addetto alla revisione delle immagini, Marcenaro decide di rivedere e, abbastanza a sorpresa, decide di valutare non falloso il doppio intervento.
Allegri non ci sta e, con un gesto plateale che sta diventando un marchio di fabbrica, si toglie la giacca e si lancia sul quarto uomo Antonio Rapuano, in piena trance agonistica. Scontato il provvedimento disciplinare nei suoi confronti da parte dell'arbitro: espulsione del tecnico livornese, e sua sicura squalifica a Udine, dove in panchina andrà, quindi, Landucci.
In sala stampa, nonostante si vedesse che la tensione non era ancora smaltita del tutto, l'allenatore del Milan ha cercato una via boskoviana all'episodio (il tecnico della Samp campione d'Italia affermava, in questi casi, che "Rigore è, quando arbitro dà"), cercando di spegnere le polemiche, considerando anche il risultato positivo per i suoi: "A dire la verità, non ho rivisto niente. Se Fabbri al Var ha deciso che il rigore non c'era, era giusto annullarlo." La giacca di Allegri, insomma, ha preso il volo anche questa volta: a ragione? Diciamo che la sala stampa di San Siro, in maggioranza, gli ha dato ragione nel merito, se non nella forma, mentre stamattina il noto opinionista della vicina Penisola Franco Ordine, su X, in mattinata ha scritto "Per la prima volta su un tema 'sviste arbitrali' è intervenuto il presidente della FIGC Gabriele Gravina a proposito di Milan-Bologna e ha definito quello di Marcenaro con la complicità vistosa di Fabbri al var 'un chiaro errore'. Fosse che fosse la volta buona..." 
Per cosa, non lo sappiamo: vedremo nei prossimi giorni cosa accadrà. Certamente, gli errori arbitrali, in un'epoca dove, grazie alle immagini, si possono contare anche i peli della barba dei giocatori, sono meno scusabili.
In casa nerazzurra, invece, il nostro Yann Sommer è al centro di pesanti polemiche, su social e TV, per mano di tifosi e opinionisti. I miracoli dell'ex portiere della Nati, che permisero all'Inter, pochi mesi fa, di arrivare alla finale di Monaco, sono ormai dimenticati: ma, del resto, la riconoscenza nel calcio è inesistente, come ben sappiamo. A questi livelli, in questi club, a un portiere si chiede di essere decisivo, di andare oltre il livello medio degli altri. Incassare un gol da quella distanza, è qualcosa che può stroncare la carriera a certi livelli di un estremo difensore (non più giovanissimo, tra l'altro), nonostante le responsabilità per la sconfitta di Torino vadano suddivise tra diversi attori in nerazzurro. Abbiamo i capelli grigi, e ricordiamo un precedente celebre: Dino Zoff in Argentina contro l'Olanda, nel 1978, venne aspramente criticato dopo aver incassato due reti (definite dai più evitabili, soprattutto la seconda) da Ernie Brandts e Arie Haan. Cosa successe quattro anni dopo, in Spagna, lo sappiamo. Non siamo tifosi: pensiamo, però, al netto dell'esempio citato, che non sia ancora il momento di pensionare Yann Sommer, soprattutto a vantaggio di un portiere come Josep Martinez, che ha ancora tutto da dimostrare.