Lo sport non si ferma mai.
Tutto scorre velocemente, e i grandi avvenimenti si susseguono senza
sosta. L'evento è travolgente, ma la sua durata è temporanea. C'è
poco spazio per valutazioni e riflessioni. La Vuelta del 2025 è
stata letteralmente sconvolta dalle proteste pro-Palestina. Questo è
accaduto: percorsi modificati; tappe interrotte; annullamento della
passerella finale a Madrid. Uno scenario imprevedibile e imprevisto.
Il ciclismo si corre su strada e si deve pedalare per tanti
chilometri, un controllo sistematico è impossibile. Le grandi
squadre, quelle del World Tour, sono preoccupate. È accaduto un
precedente, che potrebbe verificarsi ancora. L'indiscrezione arriva
dall'Inghilterra: stanno valutando l'ipotesi di non gareggiare, se
prevista la presenza dell'Israel-Premier Tech. L'Uci e gli
organizzatori sono ritenuti responsabili di non essere stati in grado
di prendere le necessarie decisioni. Il problema riguarda: la
sicurezza dei corridori; gli interessi commerciali degli sponsor. Il
proprietario della Israel sostiene che non intende arrendersi e vuole
continuare; in Spagna, nonostante le pressioni degli organizzatori,
non ha ritirato la squadra dopo le prime contestazioni. La questione
è complessa, e riguarda il rapporto tra sport e politica. Il
dibattito, naturalmente, scorre sul finale della propaganda e degli
interessi. A farne le spese è il ciclismo. Come sempre.
CICLISMO

Che fare dopo le proteste alla Vuelta?