CICLISMO
Che fare dopo le proteste alla Vuelta?
Pubblicato il 16.09.2025 06:42
di A. L.
Lo sport non si ferma mai. Tutto scorre velocemente, e i grandi avvenimenti si susseguono senza sosta. L'evento è travolgente, ma la sua durata è temporanea. C'è poco spazio per valutazioni e riflessioni. La Vuelta del 2025 è stata letteralmente sconvolta dalle proteste pro-Palestina. Questo è accaduto: percorsi modificati; tappe interrotte; annullamento della passerella finale a Madrid. Uno scenario imprevedibile e imprevisto. Il ciclismo si corre su strada e si deve pedalare per tanti chilometri, un controllo sistematico è impossibile. Le grandi squadre, quelle del World Tour, sono preoccupate. È accaduto un precedente, che potrebbe verificarsi ancora. L'indiscrezione arriva dall'Inghilterra: stanno valutando l'ipotesi di non gareggiare, se prevista la presenza dell'Israel-Premier Tech. L'Uci e gli organizzatori sono ritenuti responsabili di non essere stati in grado di prendere le necessarie decisioni. Il problema riguarda: la sicurezza dei corridori; gli interessi commerciali degli sponsor. Il proprietario della Israel sostiene che non intende arrendersi e vuole continuare; in Spagna, nonostante le pressioni degli organizzatori, non ha ritirato la squadra dopo le prime contestazioni. La questione è complessa, e riguarda il rapporto tra sport e politica. Il dibattito, naturalmente, scorre sul finale della propaganda e degli interessi. A farne le spese è il ciclismo. Come sempre.