SUPER LEAGUE
La nuova vita di Luca Mossi
Pubblicato il 17.09.2025 06:27
di L.S.
Qualcuno si sarà chiesto dov’è finito Luca Mossi, giornalista e volto conosciuto di Teleticino.
Da qualche mese, infatti, non lo si vede più sugli schermi.  
Ebbene, Luca Mossi, da inizio stagione, è il nuovo capo stampa del FC Losanna, che stasera sarà di scena a Cornaredo.
Per lui sarà la prima volta in Ticino da quando ha lasciato il suo vecchio posto di lavoro.
“Sono sicuro che tornare a Cornaredo sarà una grande emozione. Sono felice di venire in Ticino, dove ho vissuto momenti indimenticabili e conosciuto tante persone che sono diventate amiche. Ci resterò qualche giorno per far visita un po’ a tutti”.
Immagino che stasera tiferai Losanna:
“Beh sì, mi sembra ovvio, anche se quello di stasera per me sarà un bel derby. Al Lugano, che mi ha regalato tanti bei ricordi, a partire dalla coppa svizzera vinta, auguro di fare un bel campionato. Come tutte le squadre ticinesi, le avrò per sempre nel cuore”.
Come mai hai deciso di lasciare Teleticino?
“L’ho fatto per motivi strettamente umani: avevo voglia di tornare a casa mia, a Losanna, dove vivono i miei genitori. Mio papà è di Losone, e per motivi prima di studio e poi professionali, ha sempre vissuto a Losanna, dove ha conosciuto mia mamma, che invece è vodese. Loro hanno sempre abitato lì”.
Quella del Losanna è stata un’offerta che è arrivata in modo piuttosto particolare, o sbaglio?
“A dire la verità, il Losanna aveva offerto il posto a Giacomo Notari, collega e amico di Bluesport, che però ha rifiutato. Lui mi ha chiamato per dirmi che c’era questa possibilità e perciò lo ringrazierò sempre. Inviai il mio curriculum e mi dissero che mi avrebbero richiamato dopo due settimane, ma passò più di un mese e pensai che ormai non se ne sarebbe più fatto nulla. E invece, proprio il giorno prima di Losanna-Lugano della scorsa stagione, mi chiamarono. Credo fosse destino”.
Facciamo un passo indietro: nel 2020 sei venuto in Ticino, subito dopo la laurea in Scienze politiche:
“Teleticino è stata una grande occasione, sia professionale che di vita. Avevo voglia di vivere in Ticino, perché credevo di sentirmi più ticinese. Invece, con gli anni, ho capito che Losanna mi mancava, anche se il Ticino resterà sempre nel mio cuore e sarò sempre felice di tornarci. E poi, nella vita, mai dire mai…”.
Ti manca qualcosa del tuo vecchio lavoro in televisione?
“Mi manca l’hockey (ride). Prima vedevo un sacco di partite grazie alla mia vecchia professione, ora lavoro nel calcio e ho meno tempo per andare nelle piste”.
Aver lavorato da giornalista ti aiuta nel tuo attuale ruolo di capo stampa?
“Lavorare in una televisione come Teleticino, con quel palinsesto bello e stimolante, che però ti obbliga ogni giorno a inventarti qualcosa, mi ha aiutato a sviluppare la fantasia. Cosa che adesso mi viene comoda quando devo tirar fuori degli spunti per i social del Losanna e per creare delle storie”.
A Teleticino ti ricordano ancora tutti con grande piacere:
“La cosa è reciproca. Sarò sempre grato a Teleticino: a 26 anni, aver condotto 200 trasmissioni in diretta è stata una palestra incredibile, che mi ha fatto crescere sotto tanti punti di vista”.
Quali sono le differenze tra lavorare da giornalista e da capo stampa?
“Sono finito dall’altra parte della barricata, dove le emozioni sono più intense: il giornalista non va alle partite per viverle, ma per trasmetterle. È una grande differenza. E poi da giornalista è più difficile creare dei rapporti di fiducia con i giocatori e con gli allenatori”.
E il rapporto con i giocatori del Losanna com’è?
“Devo dire che mi sono integrato benissimo, forse anche grazie alla mia età (26 anni). Ormai sono anch’io uno della squadra: vinciamo e perdiamo tutti assieme. Si ride e si scherza spesso e quando chiedo a un giocatore di fare un’intervista con un media, non ho mai problemi: finora hanno sempre dimostrato tutti grande disponibilità”.
E la stampa romanda, rispetto a quella ticinese, com’è?
“Qui è tutto molto più tranquillo. Detto in poche parole, non c’è una televisione come Teleticino che ogni giorno parla di te. Credo che per il Ticino, avere una televisione così, sia un lusso. Forse in Ticino non tutti lo capiscono, o forse lo danno per scontato, ma è una pubblicità quotidiana molto preziosa”.
Veniamo alla sfida di stasera: ti aspettavi un Lugano così in difficoltà?
“Un po’ sì, visto il girone di ritorno che aveva disputato la scorsa stagione. Mi aspettavo qualche movimento di mercato in più, ma sabato a San Gallo li ho visti in crescita e per noi, che ultimamente non abbiamo raccolto grossi risultati, sarà una sfida tutt’altro che facile”.
La società bianconera sta subendo qualche critica:
“A me piace molto la solidità del club, con le idee e i principi di Blaser: in questo sono un po’ tedesco. Forse, l’unico appunto che posso muoverle, è la mancanza di un pizzico di flessibilità”.
Il Losanna appartiene al gruppo Ineos, che è pure proprietario del Nizza e ha una partecipazione nel Manchester United: si sente questa presenza?
“Non direttamente, ma è chiaro che a livello di mercato, si capisce che il gruppo fa il mercato per tutte e tre le squadre. L'interesse del gruppo prevale su quello della singola squadra”:
Torniamo alla sfida di stasera: sarà Zeidler contro Croci-Torti, ormai un classico del nostro calcio.
“Sono due personaggi vulcanici, che amano comunicare. Tutti e due molto simpatici, belli da intervistare e da vedere a bordocampo. Sarà una grande sfida”.
Pronostico?
“Alla fine potrebbe venir fuori un pareggio”.
Caro Luca ci vediamo allo stadio: ci saluteremo e abbracceremo. A stasera.