CALCIO
“Messi o Maradona? Sempre Maradona”
Pubblicato il 21.09.2025 04:37
di A. L.
Lele Adani si è costruito come un abile comunicatore televisivo e social. Parla, spiega, rafforza i suoi concetti e ragionamenti. Il tono, la cadenza della sua voce, i gesti catturano l'uditorio, che lo segue. Il suo pensiero lo dichiara: “Devo tutto al calcio, ho realizzato un sogno. Non ho padroni, non li cerco, mi sento vicino alla gente”. A Lugano, era presente al festival culturale Endorfine, ha sottolineato che lo guidano: il calcio; la gente; la libertà. È conscio di essere un personaggio, di suscitare interesse e di essere divisivo. Il suo ruolo di spalla tecnico lo spinge: “A raccontare un'emozione, trasmettere passione”, perché l'evento, una partita, ha una forza che “travolge” e “coinvolge”. Ma si informa, studia e cerca di proporre analisi competenti, e utilizza due categorie: la preparazione; il rispetto. Ricerca l'equilibrio tra un amore incondizionato verso la disciplina, il trasporto ossessivo verso il gioco, la grande passione, e il compito di parlare al pubblico, con un linguaggio semplice ma non privo di contenuti. È stato un buon giocatore, ha evidenziato i privilegi economici che hanno, ma anche la difficoltà: “I calciatori hanno molte persone intorno, ma chi li ascolta davvero? E molto spesso la stessa famiglia è deleteria”. Si proclama come un fortunato, è cresciuto con “valori” che ancora lo sorreggono. Ringrazia senza essere fatalista, perché il calcio è stata la sua professione da giovane, e ora ha la possibilità di parlare di questo sport bellissimo davanti a persone che lo ascoltano. È uno da “spogliatoio” quello verace, quello esistenziale, quello delle categorie inferiori dove si respira una vita vera: “Lo porti dovunque”, perché siamo: “Figli di un destino”. La chiosa finale non poteva che riportare il suo amore verso il calcio sudamericano. Rammenta una frase di Marcelo Bielsa che sosteneva: “Un popolo ribelle è un popolo sano”. Predilige il giocatore sudamericano per la sua attitudine  e per la sua indole, poiché vuole “ribellarsi a non farcela”; con le sue giocate intende “risolvere le difficoltà”; ha un tratto distintivo: “non ha paura di sbagliare”. Alla domanda chi tra Messi e Maradona, risponde perentorio: “Sempre Maradona”. E non poteva essere altrimenti.