Il calcio vive di
etichette e di giudizi sommari. Lo scontro è tra risultatisti e
giochisti. Tra quelli che giocano in orizzontale e quelli che lo fanno
in verticale. L'Italia riscopre ed elogia Massimiliano Allegri. Il
Milan si è assestato, ha preso a viaggiare, vince e convince e va
oltre successi a corto muso. Chi lo ha criticato sostiene che il
tecnico si sia aggiornato e abbia cambiato filosofia. Il personaggio
è divisivo, la polemica lo ha sempre circondato. I rossoneri
sembrano credibili. Inter e Juve sono squadre alla ricerca di
un'identità, che, probabilmente, non troveranno mai. Il Diavolo non
disputa le coppe, può preparare le partite con calma e allenarsi con
criterio. È l'antagonista più credibile del Napoli. L'estate del
Milan è stata complicata, i tifosi hanno contestato la società, e
la sua filosofia: tutti sono vendibili e si spende meno di quello che
si incassa. Allegri è un realista, ha aspettato, ha dato qualche
indicazione, con la rosa a disposizione ha impostato il suo credo
calcistico. Ha sistemato il centrocampo con Modric e Rabiot,
giocatori di questo livello in Italia fanno una differenza sostanziale. Assicurano
esperienza e sagacia tattica, hanno un carisma che è decisivo, mettono in campo lucidità e intelligenza. E
questo potrebbe bastare fino alla fine. La sensazione è quella che
Allegri non cerchi rivincite, ma abbia voglia di stupire e compiere
l'impresa: conquistare il titolo.
CALCIO ITALIANO

Max, rotta verso lo Scudetto?