È dura, e forse lo si poteva
immaginare. Ma vedere questa classifica, almeno per ora, fa male.
Una sola vittoria, in casa contro l’Ajoie: decisamente troppo poco, nonostante le mille giustificazioni.
Certo, ci sono gli infortuni e il tempo di adattamento di alcuni giocatori, ma è chiaro che i risultati finora sono deludenti.
A Davos poteva finire malissimo, complici anche gli errori di Dahlström e Van Pottelberghe.
La nota positiva, se così possiamo chiamarla, è stata la reazione della squadra, che non si è disunita.
Detto questo, resta il problema più grande dell’hockey: non si segna. Può sembrare semplice, quasi banale, ma è proprio così.
Ci prova, con grande impegno, ma alla fine il Lugano risulta poco pericoloso. Praticamente sterile.
Steinmann, il direttore sportivo plenipotenziario a cui è stata affidata la rinascita della squadra, lo ha capito e nella notte di sabato, avrà pensato che bisognasse correre ai ripari.
Detto fatto, ieri il club ha annunciato l’ingaggio fino a novembre di Linus Omark, 38.enne dal grande talento e si spera, ancora dal gol facile. Questo Lugano ne ha bisogno come il pane, viste anche le pesanti assenze di Sekac e Kupari.
Certo, c’è l’incognita dell’età e della preparazione, ma si spera che la sua sola presenza, unita alle sue doti di leader, possano dare una mano alla squadra. Già domani sera contro il Berna.
“Se non segniamo non possiamo battere nessuno”, ha detto con estrema semplicità Fazzini.
Ecco, il Lugano è tutto qui, almeno per ora.
Poi si potrebbero rimpiangere Carr, Joly o un playmaker come Arcobello. Ma forse è meglio guardare avanti.
Una sola vittoria, in casa contro l’Ajoie: decisamente troppo poco, nonostante le mille giustificazioni.
Certo, ci sono gli infortuni e il tempo di adattamento di alcuni giocatori, ma è chiaro che i risultati finora sono deludenti.
A Davos poteva finire malissimo, complici anche gli errori di Dahlström e Van Pottelberghe.
La nota positiva, se così possiamo chiamarla, è stata la reazione della squadra, che non si è disunita.
Detto questo, resta il problema più grande dell’hockey: non si segna. Può sembrare semplice, quasi banale, ma è proprio così.
Ci prova, con grande impegno, ma alla fine il Lugano risulta poco pericoloso. Praticamente sterile.
Steinmann, il direttore sportivo plenipotenziario a cui è stata affidata la rinascita della squadra, lo ha capito e nella notte di sabato, avrà pensato che bisognasse correre ai ripari.
Detto fatto, ieri il club ha annunciato l’ingaggio fino a novembre di Linus Omark, 38.enne dal grande talento e si spera, ancora dal gol facile. Questo Lugano ne ha bisogno come il pane, viste anche le pesanti assenze di Sekac e Kupari.
Certo, c’è l’incognita dell’età e della preparazione, ma si spera che la sua sola presenza, unita alle sue doti di leader, possano dare una mano alla squadra. Già domani sera contro il Berna.
“Se non segniamo non possiamo battere nessuno”, ha detto con estrema semplicità Fazzini.
Ecco, il Lugano è tutto qui, almeno per ora.
Poi si potrebbero rimpiangere Carr, Joly o un playmaker come Arcobello. Ma forse è meglio guardare avanti.