FC LUGANO
La partita s'ha da rigiocare
Pubblicato il 23.09.2025 12:36
di A. L.
Il Lugano vuole rigiocare la partita contro il Losanna. Il risultato non va omologato. La società conferma il suo ricorso, e sostiene che si è riscontrato “un uso errato in violazione del protocollo del Var”. Il fatto è noto ed è stato ampiamente discusso e discettato: Sow, del Losanna, commette fallo su Steffen; cartellino giallo, il secondo, ed espulsione; l'arbitro viene richiamato dal Var per un possibile cartellino rosso; rivede le immagini e riscontra una partenza in fuorigioco di Steffen; l'ammonizione viene ritirata. Il labiale di Croci-Torti era evidente: “Non lo poteva fare”.
Sul piano di una ipotetica giustizia sportiva, niente da eccepire: l'espulsione sarebbe stata sbagliata. Ma la questione è più generale e riguarda l'uso della tecnologia. Premessa: indietro non si può tornare, il Var è un imperativo categorico. Il problema sono gli arbitri. E le criticità sono due: la prima, il protocollo è lacunoso, viene aggiornato e in malo modo, lascia spazio a interpretazioni, e la casistica viene analizzata con superficialità; la seconda, gli arbitri vogliono continuare a esercitare il loro potere sulla partita, vogliono mantenere la discrezionalità.
Varisti e direttori di gara fanno parte della stessa categoria, e si alternano in queste funzioni, si sostengono, si giustificano. Non c'è trasparenza. Il dato è evidente: la tecnologia è uno strumento, sono gli uomini che decidono come utilizzarla. Le statitische riportano che gli errori sono diminuiti, ma le polemiche no. E questo dovrebbe fare riflettere, perché la percezione rimane fondamentale per essere credibili.