Erano anni che non si vedeva una partita del genere. Una
prestazione vacua, sterile e priva di sussulti, contro un Berna che era descritto
in difficoltà.
E invece, la squadra della capitale, si è trovata a vincere una partita in maniera molto più netta di quanto non indichi il risultato (0-3).
E il Lugano? Tenuti in partita da Schlegel, i bianconeri sono sembrati insufficienti sia sul piano del gioco che su quello delle motivazioni. Pattinano poco, lottano ancora meno e delle trame offensive, non parliamone. Insomma, un autentico disastro.
Sette partite, cinque punti, solo otto gol segnati: una miseria. Sotto tutti i punti di vista.
Tra una settimana c’è il derby, che rischia di trasformarsi, ancora una volta, in una sfida tra “poveri”.
Steinmann, il direttore sportivo, era arrivato a Lugano tuonando che avrebbe cambiato la mentalità di questo club e dicendo che “Abbiamo chiuso al penultimo posto lo scorso campionato: significa che facciamo schifo e che bisogna creare una nuova cultura”.
Ebbene, per ora, è il suo Lugano a fare schifo. Ma per i cambi di cultura ci vuole tempo. Sicuramente Steinmann ci indottrinerà con il tempo.
Come direbbe qualcuno, nella capitale, "fede nel destino".
E invece, la squadra della capitale, si è trovata a vincere una partita in maniera molto più netta di quanto non indichi il risultato (0-3).
E il Lugano? Tenuti in partita da Schlegel, i bianconeri sono sembrati insufficienti sia sul piano del gioco che su quello delle motivazioni. Pattinano poco, lottano ancora meno e delle trame offensive, non parliamone. Insomma, un autentico disastro.
Sette partite, cinque punti, solo otto gol segnati: una miseria. Sotto tutti i punti di vista.
Tra una settimana c’è il derby, che rischia di trasformarsi, ancora una volta, in una sfida tra “poveri”.
Steinmann, il direttore sportivo, era arrivato a Lugano tuonando che avrebbe cambiato la mentalità di questo club e dicendo che “Abbiamo chiuso al penultimo posto lo scorso campionato: significa che facciamo schifo e che bisogna creare una nuova cultura”.
Ebbene, per ora, è il suo Lugano a fare schifo. Ma per i cambi di cultura ci vuole tempo. Sicuramente Steinmann ci indottrinerà con il tempo.
Come direbbe qualcuno, nella capitale, "fede nel destino".
(Foto DB)