Intervistato da «Tennis Channel» durante la Laver Cup, Federer si è
espresso in questo modo su Carlos Alcaraz e Jannik Sinner: «Sapevamo, da tempo
che sarebbero diventato degli ottimi giocatori; tuttavia, non ci si
aspettava da parte loro un tale dominio. Devo
ammetterlo, è decisamente impressionante».
Il motivo
di questo dominio? Solo il loro enorme talento o c’è dell’altro?
Sotto
la lente d’ingrandimento sono finite le superfici di gioco. Un tema,
quello dell’omologazione dei campi, che fa assai discutere. «Sono
stati generalmente rallentati, l’impressione è che sia più facile riuscire
rispondere»,ha commentato Federer. Insomma, il problema individuato qualche
decennio fa, quando gli scambi erano considerati
troppo brevi, ora si è ribaltato. «Attualmente, tutti hanno uno stile molto
simile: il gioco moderno è maggiormente incentrato sulla potenza dei colpi da
fondo campo e pure la componente fisica è sempre più importante. Non credo che si debba
giocare esclusivamente su campi rapidi, ma si deve poter disporre di
un’ampia gamma di possibilità».
I
colpevoli? I direttori dei tornei. «Loro hanno voce in capitolo per ciò che
concerne la velocità dei campi e quella delle palline. Per certi versi capisco
le loro intenzioni, perché per loro funziona a meraviglia la continua
ripetizione di finali tra Alcaraz e Sinner».
Solo questione
di superfici dunque?
Sì e no. Ci sarebbero altri motivi, che per alcuni giocatori, considerati “outsiders”, sono determinanti.
Ci riferiamo, ad esempio, alla possibilità, soltanto riservata ai più forti, di allenarsi negli impianti principali in cui poi disputano i match, o il sistema adottato dagli Slam con ben 32 teste di serie, che facilita il percorso dei favoriti.
Nei Major, questi ultimi, scendono spesso in campo nella sessione giornaliera che più preferiscono.
Tutti vantaggi che si sono conquistati meritatamente, certo, ma che per alcuni sono considerati eccessivi. Alcaraz e Sinner avrebbero vinto lo stesso gli ultimi otto Slam? Probabilmente sì, perché sono i più forti. Ma forse avrebbero sudato di più.
Sì e no. Ci sarebbero altri motivi, che per alcuni giocatori, considerati “outsiders”, sono determinanti.
Ci riferiamo, ad esempio, alla possibilità, soltanto riservata ai più forti, di allenarsi negli impianti principali in cui poi disputano i match, o il sistema adottato dagli Slam con ben 32 teste di serie, che facilita il percorso dei favoriti.
Nei Major, questi ultimi, scendono spesso in campo nella sessione giornaliera che più preferiscono.
Tutti vantaggi che si sono conquistati meritatamente, certo, ma che per alcuni sono considerati eccessivi. Alcaraz e Sinner avrebbero vinto lo stesso gli ultimi otto Slam? Probabilmente sì, perché sono i più forti. Ma forse avrebbero sudato di più.
(Red./Cdt)