CALCIO ITALIANO
Le regole di Max
Pubblicato il 26.09.2025 07:45
di Silvano Pulga
Si può condividere o meno il mercato del Milan: ne abbiamo già scritto, del resto. Quello che è oggettivo, comunque, è il gran numero di partenze, anche eccellenti, alcune delle quali hanno lasciato perplesso gran parte del popolo rossonero, che riteneva quegli elementi ancora validi per la causa, anche se con un carattere conflittuale. Dopodiché, alcuni atteggiamenti, anche palesi (il famoso cooling break di Roma contro la Lazio) avevano trasmesso all'esterno la sensazione che qualcosa non funzionasse, soprattutto all'interno dello spogliatoio. Tanti anche gli aneddoti che circolavano tra gli addetti ai lavori, dal sapore leggendario perché, ovviamente, mai riscontrabili e, di conseguenza, non riferibili. 
Tuttavia, da qualche mese, con l'arrivo di Max Allegri, qualcosa sembra essere cambiato. Carlos Passerini, giornalista del Corriere della Sera, ha così descritto le nuove regole imposte dal tecnico livornese il quale, come sappiamo, passò dal Milan in un'epoca dove Silvio Berlusconi era ancora saldamente al timone del club meneghino.
A Milanello, aboliti i tavolini, sostituiti da un'unica tavola: si mangia tutti assieme, per evitare il formarsi di gruppetti. Nei momenti conviviali, soprattutto, si deve parlare italiano come lingua franca, evitando altri idiomi: del resto, la lingua di Dante è quella usata in campo da avversari e arbitri, con tutto ciò che ne consegue sulla necessità di apprenderla alla svelta, anche per i nuovi arrivati. 
L'allenatore ha inoltre rispolverato un vecchio pallino dell'ex Presidente, vale a dire l'utilizzo della divisa sociale (giacca e cravatta, quindi) per tutti gli appartenenti alla comitiva rossonera (compreso il personale della logistica), soprattutto in trasferta. Tutto molto berlusconiano, come ben sappiamo noi che quei tempi li abbiamo vissuti in prima persona, e non li conosciamo per i racconti dei vecchi (purtroppo, siamo noi quelli che raccontano, avendo i capelli grigi). Piccole cose, se vogliamo: eppure, chi è impiegato in determinate realtà, che magari nulla hanno a che fare con lo sport, sa bene quanto possa essere importante dare delle regole per orientare l'attività lavorativa dei gruppi e, soprattutto, avere il carisma per farle rispettare. I tanti che volevano a Milanello un allenatore affermato e con un passato importante (noi tra questi), lo facevano proprio per questo motivo. Basterà per vincere? Naturalmente no. Ma, senza questi accorgimenti, è sicuramente impossibile.