Walker; Morf; Fornera;
Galvao; Penzavalli; Carrasco; Gentizon; Shalimov; Erceg; Esposito;
Colombo (capitano); allenatore: Roberto Morinini. Correva l'anno
1995, era il 26 settembre, il Lugano espugnò San Siro, eliminò
clamorosamente l'Inter dalla Coppa Uefa, che era un trofeo
prestigioso e difficile. A Lugano, nella partita d'andata, era finita
uno a uno, sotto un autentico diluvio. A Milano, nella partita di
ritorno, fu Carrasco, con con una punizione subdola, a beffare
Pagliuca, era l'85°. Era l'Inter di Massimo Moratti, che aveva da
poco acquistato il club, in cui militavano Ince, Roberto, Carlos, Zanetti Ganz e
altri ancora. Il Lugano doveva essere la classica vittima
sacrificale, ma il calcio, e lo sport in generale, sa proporre storie
che poi vanno narrate, dove si parla di pronostici ribaltati. E il campo racconta di serate che rimangono
indelebili nella mente dei tifosi e degli appassionati. Fu davvero
una grande sorpresa? Sicuramente. Il risultato fu meritato?
Certamente. Perché il Lugano ci aveva sempre creduto. Perché non
esistono risultati scontati. Perché sul terreno di verde conta anche
la determinazione, la pulsione di non retrocedere, l'attitudine di
essere coraggiosi. Perché il pessimismo della ragione può essere
depotenziato dall'ottimismo della volontà. La memoria nel calcio è
potente, riporta emozioni che si sedimentano in sentimenti. Si può
essere nostalgici, senza avere rimpianti o recriminazioni, ma solo
per ricordare eventi e fatti che non si dimenticheranno mai. Ed è
sacrosanto e giusto rammentare quello che successe, non solo per chi
c'era, ma anche per le generazioni che sono venute dopo. Poiché la
storia è maestra di vita.
FC LUGANO
Quando il Lugano eliminò l'Inter