In questi giorni i motori tornano a
rombare in Ticino con la tappa di Campionato Svizzero del Rally del Ticino.
Rally che da noi iniziarono nel lontano 1962 con la vittoria di un certo Silvio
Moser che un giorno arrivò in Formula 1 prima di Clay Regazzoni.
Nel corso dei decenni ci furono alcuni
ticinesi a imporsi nel rally di casa, nel 2005 Marzio Romano di Mendrisio. A
vent’anni di distanza, ecco qualche riga di – doveroso! - ricordo del
“Marzietto”, come veniva amorevolmente chiamato Romano all’interno del mondo
delle corse dove gioiva di grande presenza grazie a un carattere molto
estroverso.
Nato nel 1955, si avvicina presto alla
Formula 3 in campo italiano ed europeo negli anni ’70. Nel ’77 è terzo al
Mugello dietro ad Elio de Angelis e Beppe Gabbiani che un giorno arriveranno in
Formula 1. Sarà terzo anche nell’Europeo di Monza vinto dall’olandese Jan
Lammers, pure lui un giorno in F1. A dire il vero i suoi risultati sono forse stati
scarsi ma bisogna considerare il materiale disponibile a seconda dei budget… ma
quando la macchina tiene, il suo piede viene ripagato.
Arrivato alla trentina, Romano decide
di abbandonare la scena europea e si lancia negli USA firmando per Genoa
Racing, disputando il campionato Can-Am per prototipi. I successi non
mancheranno su una Ralt RT: 5. a Road
America (Stati Uniti), 4. a Mosport e 3. a Trois Rivières (entrambi Canada)
dove vince Jacques Villeneuve Sr., fratello del mitico Gilles; 2. a Trois
Rivières nell’84. Eccolo in F3000 fino all’87 e qualche apparizione in Turismo,
ma le strade per raggiungere ambiti traguardi sono sempre più ripide.
Un’altra via è quella dei
rally che Marzio scopre nel nuovo secolo. Lo troviamo alla prima gara nel 1993
che è il Rally Autodromo di Monza dove gareggia con Paolo Garavaglia su una BMW
M3 E30. Ancor oggi il 63nne milanese ricorda: “Tramite il preparatore entrai
in contatto con Romano e al nostro primo incontro in vista del “Monza” fu amore
a prima vista. Marzio aveva un gran piede, era un pistaiolo, ma gli bastavano
alcune note per capire il prossimo passaggio. Un pilotone, poi a Monza,
immaginatevi, dove conosceva ogni metro del circuito. Pignolo in pista, mamma
mia finché trovava l’assetto giusto. Ma una persona splendida”.
Arriva, nel settembre del
2005, il 9. Rally Internazionale del Ticino che lo vede finalmente affermarsi
in questa disciplina alla quale si dedica dopo un ventennio di circuiti.
Romano/Della Casa sono terzi assoluti dietro ai più esperti Fontana/Casazza e
Ogliari/Verdelli, ma primi tra gli elvetici.
Tre anni dopo, la tragedia. A
Valencia, in gara con una Lamborghini Gallardo, vittima di un arresto cardiaco,
esce di pista. Si spegne alcuni giorni dopo, prim’ancora che si riuscisse a
rimpatriarlo. L’ex pilota di F1 ticinese Loris Kessel lo ricorderà così: “Ho
tanti ricordi di lui. Quante avventure: in formula, turismo e rally. Marzio ci
mancherà molto. Come figura. Marzio è uno di quelli che interpretano lo sport
fino in fondo. Con lui ci sono stati tanti momenti felici, sia in gara che al
grotto. E non c’è mai stata rivalità. Come posso dimenticare che ha gareggiato
con me in questa sua ultima gara. Prima della partenza della mia, è venuto a
salutarmi in partenza. Purtroppo la sua strada non è stata quella del traguardo
ma è stata quella della sua vita. Sono rimasto male quando ho saputo che cosa
gli era successo e non ho potuto gioire sul podio. Vorrei però ricordare che il
suo desiderio era quello di morire in macchina”.