RALLY
Marzio Romano il “pilotone”
Pubblicato il 27.09.2025 06:18
di Giorgio Keller
In questi giorni i motori tornano a rombare in Ticino con la tappa di Campionato Svizzero del Rally del Ticino. Rally che da noi iniziarono nel lontano 1962 con la vittoria di un certo Silvio Moser che un giorno arrivò in Formula 1 prima di Clay Regazzoni.
Nel corso dei decenni ci furono alcuni ticinesi a imporsi nel rally di casa, nel 2005 Marzio Romano di Mendrisio. A vent’anni di distanza, ecco qualche riga di – doveroso! - ricordo del “Marzietto”, come veniva amorevolmente chiamato Romano all’interno del mondo delle corse dove gioiva di grande presenza grazie a un carattere molto estroverso.
Nato nel 1955, si avvicina presto alla Formula 3 in campo italiano ed europeo negli anni ’70. Nel ’77 è terzo al Mugello dietro ad Elio de Angelis e Beppe Gabbiani che un giorno arriveranno in Formula 1. Sarà terzo anche nell’Europeo di Monza vinto dall’olandese Jan Lammers, pure lui un giorno in F1. A dire il vero i suoi risultati sono forse stati scarsi ma bisogna considerare il materiale disponibile a seconda dei budget… ma quando la macchina tiene, il suo piede viene ripagato.
Arrivato alla trentina, Romano decide di abbandonare la scena europea e si lancia negli USA firmando per Genoa Racing, disputando il campionato Can-Am per prototipi. I successi non mancheranno su una Ralt RT: 5. a Road America (Stati Uniti), 4. a Mosport e 3. a Trois Rivières (entrambi Canada) dove vince Jacques Villeneuve Sr., fratello del mitico Gilles; 2. a Trois Rivières nell’84. Eccolo in F3000 fino all’87 e qualche apparizione in Turismo, ma le strade per raggiungere ambiti traguardi sono sempre più ripide.
Un’altra via è quella dei rally che Marzio scopre nel nuovo secolo. Lo troviamo alla prima gara nel 1993 che è il Rally Autodromo di Monza dove gareggia con Paolo Garavaglia su una BMW M3 E30. Ancor oggi il 63nne milanese ricorda: “Tramite il preparatore entrai in contatto con Romano e al nostro primo incontro in vista del “Monza” fu amore a prima vista. Marzio aveva un gran piede, era un pistaiolo, ma gli bastavano alcune note per capire il prossimo passaggio. Un pilotone, poi a Monza, immaginatevi, dove conosceva ogni metro del circuito. Pignolo in pista, mamma mia finché trovava l’assetto giusto. Ma una persona splendida”.
Arriva, nel settembre del 2005, il 9. Rally Internazionale del Ticino che lo vede finalmente affermarsi in questa disciplina alla quale si dedica dopo un ventennio di circuiti. Romano/Della Casa sono terzi assoluti dietro ai più esperti Fontana/Casazza e Ogliari/Verdelli, ma primi tra gli elvetici.
Tre anni dopo, la tragedia. A Valencia, in gara con una Lamborghini Gallardo, vittima di un arresto cardiaco, esce di pista. Si spegne alcuni giorni dopo, prim’ancora che si riuscisse a rimpatriarlo. L’ex pilota di F1 ticinese Loris Kessel lo ricorderà così: “Ho tanti ricordi di lui. Quante avventure: in formula, turismo e rally. Marzio ci mancherà molto. Come figura. Marzio è uno di quelli che interpretano lo sport fino in fondo. Con lui ci sono stati tanti momenti felici, sia in gara che al grotto. E non c’è mai stata rivalità. Come posso dimenticare che ha gareggiato con me in questa sua ultima gara. Prima della partenza della mia, è venuto a salutarmi in partenza. Purtroppo la sua strada non è stata quella del traguardo ma è stata quella della sua vita. Sono rimasto male quando ho saputo che cosa gli era successo e non ho potuto gioire sul podio. Vorrei però ricordare che il suo desiderio era quello di morire in macchina”.