E
fanno nove. Marc Maquez ha raggiunto a quota 9 mondiali vinti
l’acerrimo rivale di anni orsono Valentino Rossi, Carlo Ubbiali od
il mitico Mike “The Bike” Hailwood. Era solo una questione di
matematica tanto è stato il suo dominio stagionale, basta pensare ai
suoi 541 punti contro i 340 del secondo, il fratello Alex. L’iride
a 6 anni dall’ultimo (2019) è un record spaziotemporale che
nessuno aveva mai centrato tra due mondiali. Marc non ha frenato le
lacrime, ed infondo è giusto così. Avendo commentato per 21
stagioni il motomondiale posso serenamente dire di aver pianto spesso
al microfono, non curante di osservatori insensibili che ne
criticavano l’atto. Perché, se non sei nel mondo dei motori a due
ruote, non puoi capirne i drammi, le sofferenze, i dolori ed infine,
per fortuna, anche le gioie, la felicità. Nelle lacrime di Marc
Marquez c’è la sofferenza patita dopo la frattura dell’omero
destro a Jerez nel 2020 (quando era reduce da 6 mondiali vinti in 7
gare), il rientro precoce e l’aggravarsi dell’infortunio con
molteplici operazioni, fino a dubitare di poter tornare al 100%. O,
semplicemente, continuare ad essere un pilota. La famiglia lo ha
aiutato (come spesso accade nella difficoltà spariscono in molti),
un’altra famiglia che di drammi se ne intende lo ha adottato l’anno
scorso per farlo ripartite dentro il mondo Ducati: il team Gresini.
Poi quest’anno si è vestito di rosso, è tornato un diavolo del
manubrio, proprio laddove (altra epoca) proprio Rossi steccò
clamorosamente. Ha piegato tutti come all’antica, ad iniziare dal
compagno di squadra Pecco Bagnaia, che solo in questo weekend ha
ritrovato serenità vincendo sprint e gara. Piaccia o non piaccia
Marc è leggenda, ed a 10 anni dal famoso mondiale del 2015 leggere
ancora commenti di tanti “tifosi” su quanto accadde a fine
stagione con Rossi è sia ridondante sia pruriginoso. Il mondo va
avanti, il motomondiale pure, La vera domanda è come. Dal 2026 si
entrerà nell’era Liberty Media. La volontà è trasformare il
tutto in modalità F1 (dunque care Moto2 e Moto3 sarete ancor di più
sorelle minori), via i bilici davanti ai box, super hospitality
(anche fuori dall’Europa, non come adesso), pass sempre più
introvabili, … Per questo godiamoci il manico in pista di Marc, gli
attori sull’asfalto, finché durerà. Perché chi ama le moto, il
romanticismo del motomondiale, parlare al box con Miller che si
sbrodola con una piadina, piloti che passano in cabina a salutarti e
commentare, goliardiche serate giocando a carte mentre c’è chi
impenna con scooter o “sbevazza” per il paddock, saranno un
ricordo. Conteranno solo like, followers, selfies di ospiti VIP
pronti a svenarsi per dire “c’ero anch'io”. Mentre fino a prima
del covid c’erano tutti. Solo con me, oltre 500 persone in 21
stagioni. Dove tra tanti supereroi, ho avuto l’onore di conoscere,
frequentare, un fenomeno: Marc Marquez.
MOTOCICLISMO
Nove volte Marquez