Il tempo stringe. L'Ambri dopo 8 sconfitte consecutive nelle prime 9 uscite di campionato deve assolutamente tornare a vincere in fretta. Ciò per continuare a dare un senso alla sua regular season e “giustificare” la presenza di Cereda sulla panchina.
Già, perché forse qualsiasi altro coach sarebbe già stato licenziato. La situazione non è per nulla semplice. Sollevare dall’incarico Luca Cereda non è come allontanare qualsiasi altro coach straniero, non è qualcosa che il club possa fare a cuore leggero e applicare alla garibaldina. Ci sono decisamente delle altre dinamiche dietro a ciò. A complicare e rendere ulteriormente intricate le cose c'è poi la famosa frase di Paolo Duca: "Abbiamo iniziato questo percorso insieme, allo stesso modo lo concluderemo". Il direttore sportivo avrà cambiato idea? O il binomio sarà sempre indissolubile e davvero i due termineranno assieme la lunga avventura? Se l’ultima opzione fosse ancora d’attualità, sarebbe quasi utopia pensare di separarsi da entrambi, sarebbe un grande guaio ritrovarsi orfani pure di Paolo Duca. E se Cereda mollasse? Non da scartare a priori, ma solitamente non è nel suo DNA. Sino a quando sarà convinto di poter dare la svolta, il 44enne continuerà il suo lavoro se non gli verrà impedito.
L’unica cosa sicura è in fondo solamente una: Cereda ha dato tantissimo all'Ambrì, non solamente in qualità di coach della Prima Squadra, e non merita il trattamento irrispettoso sui social dove viene preso di mira da parecchi tifosi con commenti decisamente al di sotto della cintura, venendo dipinto spesso come un perfetto incompetente. Gli stessi fans che predicano come l'Ambri sia una grande famiglia, la famiglia biancoblù. Eh no, non ci si comporta così all'interno di una famiglia. Si può criticare Luca, è naturale e logico che il tifoso s'interroghi o evochi un suo allontanamento. Forse anche il tifoso Luca Cereda chiederebbe la testa dell’allenatore Luca Cereda, chi lo sa, si potrebbe fargli la domanda. Il rispetto non deve però mai mancare.
La speranza è che la ruota giri e l’Ambrì possa risalire perlomeno un po’ la china e lottare per il decimo posto. Il derby di domani in questo senso è una buona opportunità. Il finale di questo lungo matrimonio, che prima o poi arriverà, merita in effetti di essere diverso e condito da serenità. Poi si sa, nello sport non tutto va come si vorrebbe, come si dice in tedesco non è un “Wunschkonzert”. Se n’era reso conto pure Arno Del Curto a Davos al capolinea, il cui più grande rammarico è stato quello di aver perso il momento giusto per lasciare i gialloblù. Poi ecco, è facile dirlo dopo, più difficile invece è captarlo sull’istante.
Già, perché forse qualsiasi altro coach sarebbe già stato licenziato. La situazione non è per nulla semplice. Sollevare dall’incarico Luca Cereda non è come allontanare qualsiasi altro coach straniero, non è qualcosa che il club possa fare a cuore leggero e applicare alla garibaldina. Ci sono decisamente delle altre dinamiche dietro a ciò. A complicare e rendere ulteriormente intricate le cose c'è poi la famosa frase di Paolo Duca: "Abbiamo iniziato questo percorso insieme, allo stesso modo lo concluderemo". Il direttore sportivo avrà cambiato idea? O il binomio sarà sempre indissolubile e davvero i due termineranno assieme la lunga avventura? Se l’ultima opzione fosse ancora d’attualità, sarebbe quasi utopia pensare di separarsi da entrambi, sarebbe un grande guaio ritrovarsi orfani pure di Paolo Duca. E se Cereda mollasse? Non da scartare a priori, ma solitamente non è nel suo DNA. Sino a quando sarà convinto di poter dare la svolta, il 44enne continuerà il suo lavoro se non gli verrà impedito.
L’unica cosa sicura è in fondo solamente una: Cereda ha dato tantissimo all'Ambrì, non solamente in qualità di coach della Prima Squadra, e non merita il trattamento irrispettoso sui social dove viene preso di mira da parecchi tifosi con commenti decisamente al di sotto della cintura, venendo dipinto spesso come un perfetto incompetente. Gli stessi fans che predicano come l'Ambri sia una grande famiglia, la famiglia biancoblù. Eh no, non ci si comporta così all'interno di una famiglia. Si può criticare Luca, è naturale e logico che il tifoso s'interroghi o evochi un suo allontanamento. Forse anche il tifoso Luca Cereda chiederebbe la testa dell’allenatore Luca Cereda, chi lo sa, si potrebbe fargli la domanda. Il rispetto non deve però mai mancare.
La speranza è che la ruota giri e l’Ambrì possa risalire perlomeno un po’ la china e lottare per il decimo posto. Il derby di domani in questo senso è una buona opportunità. Il finale di questo lungo matrimonio, che prima o poi arriverà, merita in effetti di essere diverso e condito da serenità. Poi si sa, nello sport non tutto va come si vorrebbe, come si dice in tedesco non è un “Wunschkonzert”. Se n’era reso conto pure Arno Del Curto a Davos al capolinea, il cui più grande rammarico è stato quello di aver perso il momento giusto per lasciare i gialloblù. Poi ecco, è facile dirlo dopo, più difficile invece è captarlo sull’istante.
(Foto Ticishot-Simone Andriani)