Vince l’Ambrî, e lo fa senza “rubare” nulla.
Una partita combattuta e equilibratissima, è stata decisa dagli episodi. I gol di Joly e Zwerger, hanno fatto la differenza. Ai bianconeri non è bastata la rete di Sanford.
Come ha detto giustamente Luca Cereda, “era una partita che poteva andare nei due sensi”.
Ha ragione il coach leventinese, che però ricorda come la sua squadra in questo inizio di campionato, ha perso delle partite che avrebbe anche potuto vincere. Questione di dettagli, che in questa stagione raramente sono stati dalla parte dei leventinesi.
Cereda ha salvato così il suo posto? Il tecnico ha risposto con estrema naturalezza: “Sono lo stesso di ieri: una vittoria non mi cambia”. Certo, ha ragione Cereda, che però si è tolto sicuramente una bella soddisfazione. Il suo abbraccio con il presidente Filippo Lombardi, alla fine, dice tantissimo.
E proprio il presidente conferma che in quell’abbraccio, in cui i due si sono detti “ci voleva”, c’è la gioia per una vittoria che probabilmente stempererà un po’ le critiche di queste ultime settimane.
E il Lugano? Coach Mitell, senza mezzi termini, ha ricordato che il Lugano degli ultimi anni è una società in difficoltà e che in sole otto settimane non si possono fare miracoli.
Avrà anche ragione il tecnico svedese, ma la posizione di classifica e i soli otto punti racimolati finora, sono senza dubbio una bella delusione.
I bianconeri non giocano male, ma in questa squadra sembra mancare un po’ di quella “disperazione” tanto cara a Cereda e al suo hockey.
Questa sera, oltretutto, c’è un possibile gol non visto: dalle immagini è difficile dire se quel disco sia finito davvero oltre la linea. La sensazione è che potrebbe essere dentro, ma non ci sono certezze.
La tecnologia, nell’hockey, è ancora qualcosa di perfettibile, e anche stasera lo si è visto.
Guardando la classifica, l’Ambrì ha sette punti l’Ambrì e il Lugano otto: soltanto l’Ajoie, finora, ne ha racimolati meno (6).
E se il derby è importante, soprattutto per il morale e la fiducia, le prossime partite ci diranno se l’Ambrì ha spiccato finalmente il volo e se per il Lugano è stato soltanto un incidente di percorso.
Una partita combattuta e equilibratissima, è stata decisa dagli episodi. I gol di Joly e Zwerger, hanno fatto la differenza. Ai bianconeri non è bastata la rete di Sanford.
Come ha detto giustamente Luca Cereda, “era una partita che poteva andare nei due sensi”.
Ha ragione il coach leventinese, che però ricorda come la sua squadra in questo inizio di campionato, ha perso delle partite che avrebbe anche potuto vincere. Questione di dettagli, che in questa stagione raramente sono stati dalla parte dei leventinesi.
Cereda ha salvato così il suo posto? Il tecnico ha risposto con estrema naturalezza: “Sono lo stesso di ieri: una vittoria non mi cambia”. Certo, ha ragione Cereda, che però si è tolto sicuramente una bella soddisfazione. Il suo abbraccio con il presidente Filippo Lombardi, alla fine, dice tantissimo.
E proprio il presidente conferma che in quell’abbraccio, in cui i due si sono detti “ci voleva”, c’è la gioia per una vittoria che probabilmente stempererà un po’ le critiche di queste ultime settimane.
E il Lugano? Coach Mitell, senza mezzi termini, ha ricordato che il Lugano degli ultimi anni è una società in difficoltà e che in sole otto settimane non si possono fare miracoli.
Avrà anche ragione il tecnico svedese, ma la posizione di classifica e i soli otto punti racimolati finora, sono senza dubbio una bella delusione.
I bianconeri non giocano male, ma in questa squadra sembra mancare un po’ di quella “disperazione” tanto cara a Cereda e al suo hockey.
Questa sera, oltretutto, c’è un possibile gol non visto: dalle immagini è difficile dire se quel disco sia finito davvero oltre la linea. La sensazione è che potrebbe essere dentro, ma non ci sono certezze.
La tecnologia, nell’hockey, è ancora qualcosa di perfettibile, e anche stasera lo si è visto.
Guardando la classifica, l’Ambrì ha sette punti l’Ambrì e il Lugano otto: soltanto l’Ajoie, finora, ne ha racimolati meno (6).
E se il derby è importante, soprattutto per il morale e la fiducia, le prossime partite ci diranno se l’Ambrì ha spiccato finalmente il volo e se per il Lugano è stato soltanto un incidente di percorso.