Intendiamoci: una certa soddisfazione, tra i tifosi
milanisti, dopo l'affermazione di domenica sera, ci sta. Gli anni
successivi alla vittoria del campionato, nel 2022, non sono stati
facili per i supporter del Diavolo, costretti a ingoiare tanti
bocconi amari. La Milano e il Ticino rossoneri, lunedì mattina, si
sono così risvegliati con l'idea che, in questa stagione, si possa
lottare per i primi posti in classifica. Lo abbiamo già scritto:
arrivare tra le prime quattro è un conto, essere la prima fra le
medesime un altro. Il dramma sportivo del calcio da contabili è che
la differenza, in termini di incassi da premi, tra arrivare primi e
quarti (vale a dire essere nelle posizioni che consentono l'accesso
alla Champions League e ai suoi ricchi dividendi) è minima, mentre i
costi per arrivare davanti a tutti (senza, peraltro, averne la
certezza, ovviamente) sono decisamente più elevati. E se per il
tifoso, ovviamente, c'è una differenza abissale tra vincere e
arrivare secondi o terzi, il contabile invece tira la riga e fa le
somme. Così leggiamo, in questi giorni, di tifosi interisti che si
esaltano per l'ottimo risultato di bilancio del club, dimenticando
che persino il derelitto Milan dello scorso anno ha vinto di più
della Beneamata: una Supercoppa ottenuta proprio contro la loro
squadra, rimontando due gol di svantaggio. Poca roba, ci mancherebbe,
anche se qualcuno, in un passato recente, aveva rivendicato le
numerose affermazioni ottenute in questa competizione nel bilancio
nerazzurro di Simone Inzaghi, facendo notare come il numero di trofei
vinti dal tecnico piacentino fosse molto vicino a quelli ottenuti da
Helenio Herrera, nel secolo scorso. Per noi, che pure non siamo
interisti, un sacrilegio: ma tant'è. Tornando al Milan,
l'attenzione alla fase difensiva da parte di Allegri, anche se non
piace ad Antonio Cassano, sta facendo bene ai rossoneri i quali,
domenica a Torino, affronteranno il secondo esame stagionale di un
certo spessore. Ovviamente, non si deciderà nulla, a parte le
scommesse che fioccano tra tifosi nel capoluogo lombardo (e non solo,
considerando i tanti aficionados delle due squadre anche dalle nostre
parti): i conti, come detto da Max a inizio stagione, si faranno a
marzo, sulla base delle rispettive posizioni in classifica, e vedendo
chi sarà ancora in Europa, a giocarsi la fase decisiva della
Champions. Noi possiamo solo prendere atto che, con un centravanti da
20 gol a stagione, e magari convincendo Akanji a indossare la maglia
della squadra sull'altra sponda del Naviglio, mettendo sul piatto un
compenso importante, il Milan avrebbe davvero potuto giocarsi il
bersaglio grosso. Tuttavia, quel tipo d'investimenti piace ai tifosi,
ma non ai contabili. Che sono quelli che reggono, oggi, i destini dei
club. Piaccia o no a chi paga le scommesse perse nel bar del
quartiere.
CALCIO ITALIANO
Milan, un sogno che si chiama scudetto