CALCIO ITALIANO
Milan, un sogno che si chiama scudetto
Pubblicato il 02.10.2025 05:51
di Silvano Pulga
Intendiamoci: una certa soddisfazione, tra i tifosi milanisti, dopo l'affermazione di domenica sera, ci sta. Gli anni successivi alla vittoria del campionato, nel 2022, non sono stati facili per i supporter del Diavolo, costretti a ingoiare tanti bocconi amari. La Milano e il Ticino rossoneri, lunedì mattina, si sono così risvegliati con l'idea che, in questa stagione, si possa lottare per i primi posti in classifica. Lo abbiamo già scritto: arrivare tra le prime quattro è un conto, essere la prima fra le medesime un altro. Il dramma sportivo del calcio da contabili è che la differenza, in termini di incassi da premi, tra arrivare primi e quarti (vale a dire essere nelle posizioni che consentono l'accesso alla Champions League e ai suoi ricchi dividendi) è minima, mentre i costi per arrivare davanti a tutti (senza, peraltro, averne la certezza, ovviamente) sono decisamente più elevati. E se per il tifoso, ovviamente, c'è una differenza abissale tra vincere e arrivare secondi o terzi, il contabile invece tira la riga e fa le somme. Così leggiamo, in questi giorni, di tifosi interisti che si esaltano per l'ottimo risultato di bilancio del club, dimenticando che persino il derelitto Milan dello scorso anno ha vinto di più della Beneamata: una Supercoppa ottenuta proprio contro la loro squadra, rimontando due gol di svantaggio. Poca roba, ci mancherebbe, anche se qualcuno, in un passato recente, aveva rivendicato le numerose affermazioni ottenute in questa competizione nel bilancio nerazzurro di Simone Inzaghi, facendo notare come il numero di trofei vinti dal tecnico piacentino fosse molto vicino a quelli ottenuti da Helenio Herrera, nel secolo scorso. Per noi, che pure non siamo interisti, un sacrilegio: ma tant'è. Tornando al Milan, l'attenzione alla fase difensiva da parte di Allegri, anche se non piace ad Antonio Cassano, sta facendo bene ai rossoneri i quali, domenica a Torino, affronteranno il secondo esame stagionale di un certo spessore. Ovviamente, non si deciderà nulla, a parte le scommesse che fioccano tra tifosi nel capoluogo lombardo (e non solo, considerando i tanti aficionados delle due squadre anche dalle nostre parti): i conti, come detto da Max a inizio stagione, si faranno a marzo, sulla base delle rispettive posizioni in classifica, e vedendo chi sarà ancora in Europa, a giocarsi la fase decisiva della Champions. Noi possiamo solo prendere atto che, con un centravanti da 20 gol a stagione, e magari convincendo Akanji a indossare la maglia della squadra sull'altra sponda del Naviglio, mettendo sul piatto un compenso importante, il Milan avrebbe davvero potuto giocarsi il bersaglio grosso. Tuttavia, quel tipo d'investimenti piace ai tifosi, ma non ai contabili. Che sono quelli che reggono, oggi, i destini dei club. Piaccia o no a chi paga le scommesse perse nel bar del quartiere.