CALCIO ITALIANO
San Siro, si farà davvero?
Pubblicato il 03.10.2025 08:11
di Silvano Pulga
Premessa: non siamo dei nostalgici, e pensiamo che sia giusto che le cose si evolvano: rispetto per storia e tradizioni, senza la pretesa di vivere come 40 anni fa. Certo, vedere tanti giovanissimi, in Ticino, trepidare per le squadre della Premier League anziché per quelle della Serie A, al netto della passione per qualche squadra nostrana, per via della possibilità offerta a tutti di vedere in televisione il massimo campionato inglese, ci fa un certo effetto. Tuttavia, da sempre la qualità fa la differenza nelle scelte: e se è vero che, a fine secolo scorso, la Serie A era veramente il campionato più bello del mondo, e anche in Ticino scendevano in campo giocatori di valore assoluto (Mauro Galvão per esempio), oggi in Inghilterra si disputa un altro sport. E il resto, è conseguenza.
L'abbattimento di San Siro, a voler ben vedere, va messo in conto: nelle cose umane, ogni cosa ha una fine, figuriamoci un manufatto che, in fondo, non risale all'antichità. A Milano, del resto, si dice che la roba vegia la voeur cambiada. A fianco, però, dei molti che fantasticano sulle caratteristiche del nuovo impianto, altri evidenziano invece degli aspetti che andranno chiariti, su prezzo e modalità della cessione. E non è detto che alcune domande non se le faccia anche la Procura, equivalente del nostro Ministero Pubblico, e la Magistratura contabile di oltre confine. Per ora è emerso che il Tribunale Amministrativo avrebbe bocciato il progetto di San Donato: i dubbi fatti emergere, tempo fa, da una trasmissione della RSI erano dunque fondati. Le due squadre, sommerse di debiti, non saranno in grado di trovare il denaro necessario in autonomia, ma lo faranno attraverso sovvenzioni bancarie garantite dai fondi proprietari. Tuttavia, la delibera contiene una possibilità di recedere dall'acquisto se la situazione dovesse diventare troppo calda sul fronte giudiziario. Dopodiché, al netto delle "rassicurazioni" espresse da Scaroni sul non disimpegno di Red Bird, assieme ad altri non scommetteremmo 10 franchi sul fatto che l'azionariato dei due club milanesi sarà lo stesso di oggi, quando si giocherà la prima partita nel nuovo impianto. 
Tra questi "altri" c'è il collega Stefano Olivari il quale, sul Guerin Sportivo, ha evidenziato i ricavi da stadio di chi, come la Juventus, ha già lo stadio di proprietà (oltretutto in esclusiva): 65,4 milioni, di cui 33,2 da abbonamenti e soltanto 32,2 da incassi derivanti da biglietti singoli, merchandising eccetera, costituendo il 12,3 % del fatturato complessivo di Madama. In definitiva, se qualcuno pensa che, col nuovo stadio, torneranno a Milano i top player, pensiamo sia fuori strada.