Tutte le storie prima o poi finiscono. Quella tra Dominic Zwerger e l’Ambrì-Piotta non farà eccezione. Intanto però dopo 8 stagioni la strada del nativo di Dornbirn e del club sopracenerino è sempre la stessa. Domani l’austriaco si presenterà a Rapperswil indossando il casco di Topscorer dopo anni di digiuno. Chi lo avrebbe mai detto, dopo la complicata scorsa stagione e dopo la prima uscita di questo campionato con il 29enne solamente in qualità di tredicesimo attaccante? Lì si speculava pure di un possibile addio prematuro. Già, perché il numero 16 in questa funzione non serve a nulla e il club non può nemmeno permettersi di tenere un giocatore del suo calibro ai margini. Dominic e l’Ambrì hanno vissuto tante avventure assieme. Qualche vittoria, parecchie sconfitte, momenti di gioia e dolore. Attimi anche difficili e drammatici, come quando nell’estate del 2022 l’attaccante dopo una commozione cerebrale fu afflitto da attacchi di panico per parecchie settimane. Momenti in cui “Zwergy” temeva di morire. Durante e dopo questo difficilissimo periodo la società e in particolar modo Paolo Duca e Luca Cereda non hanno mai smesso di sostenere il proprio giocatore. Non solo internamente, bensì anche verso l’esterno. Un giocatore speciale, già, perché Zwerger è stato in sostanza pure il primo acquisto fatto da “Duke” in qualità di direttore sportivo nell’ormai sportivamente lontano 2017. Fu prelevato da una lega giovanile nordamericana grazie alla lungimiranza e alla lunga corte fattagli dal club biancoblù. Con dapprima il team-manager Benin che si recò a Everett per conoscerlo personalmente, e poi la “scampagnata a tre” con Duca e Cereda in quel di Dornbirn a casa sua per convincerlo a firmare. L’inizio di un lungo legame d’affetto, destinato a durare per sempre, anche quando Zwerger non vestirà più il biancoblù.
Alla soglia dei 30 anni il padre di famiglia ha giocato come professionista solamente per l’Ambrì. Cereda è stato il suo unico allenatore da grande. Se non è una bandiera poco ci manca. È una frase che fa molto effetto in uno sport moderno dove i trasferimenti e gli scambi sono all’ordine del giorno. È vero, dopo un inizio a tutto gas, condito da tante reti e spettacolo, Zwerger, complice anche qualche guaio fisico, non ha forse mai mantenuto in pieno le promesse e non è riuscito a progredire sino a diventare un elemento mega dominante del campionato, come forse ci si aspettava dopo la stupenda e perentoria entrata in materia. Eppure con la sua attitudine, i suoi festeggiamenti sul ghiaccio davanti alla curva dopo le vittorie, l’indiscussa tecnica, l’eleganza nei movimenti e il suo carattere solare ha saputo conquistare la platea. Per molti è diventato un idolo e uno dei personaggi più amati ai piedi del Gottardo. Certo, non sono mancate nemmeno le critiche. A volte giustificate, altre no. L’unica sua vera pecca, tra il serio e il faceto, è che in questi lunghi anni non si sia mai espresso in pubblico in italiano. Ma pure questa cosa gli va perdonata. Già, perché è davvero impossibile voler male a questo ragazzo.
Alla soglia dei 30 anni il padre di famiglia ha giocato come professionista solamente per l’Ambrì. Cereda è stato il suo unico allenatore da grande. Se non è una bandiera poco ci manca. È una frase che fa molto effetto in uno sport moderno dove i trasferimenti e gli scambi sono all’ordine del giorno. È vero, dopo un inizio a tutto gas, condito da tante reti e spettacolo, Zwerger, complice anche qualche guaio fisico, non ha forse mai mantenuto in pieno le promesse e non è riuscito a progredire sino a diventare un elemento mega dominante del campionato, come forse ci si aspettava dopo la stupenda e perentoria entrata in materia. Eppure con la sua attitudine, i suoi festeggiamenti sul ghiaccio davanti alla curva dopo le vittorie, l’indiscussa tecnica, l’eleganza nei movimenti e il suo carattere solare ha saputo conquistare la platea. Per molti è diventato un idolo e uno dei personaggi più amati ai piedi del Gottardo. Certo, non sono mancate nemmeno le critiche. A volte giustificate, altre no. L’unica sua vera pecca, tra il serio e il faceto, è che in questi lunghi anni non si sia mai espresso in pubblico in italiano. Ma pure questa cosa gli va perdonata. Già, perché è davvero impossibile voler male a questo ragazzo.
(Foto PostFinance/KEYSTONE/Marcel Bieri)