Marwin Hitz, 38.enne portiere del Basilea, è stato il vero
protagonista della vittoria di giovedì contro lo Stoccarda in Europa League. Si
potrebbe dissertare a lungo sull’importanza di avere un grande portiere, e
dalle nostre parti, il dibattito è stato molto acceso in questi mesi.
Qui, però, ci vogliamo concentrare su un altro aspetto.
Al di là della prestazione di squadra dei renani (in un giovedì di festa con le vittorie di YB e Losanna) o della prodezza balistica di Shaqiri, uno degli episodi decisivi è stato senza dubbio il rigore parato da Hitz e calciato dall’ex attaccante del San Gallo Demirovic: un tiro nell’angolino basso, ben indirizzato, che il portiere del Basilea è andato a prendere allungandosi fino al palo sulla sua destra. Un intervento che nell’hockey avrebbero definito un “big save”.
Sul rigore, sembrato in verità discutibile, Hitz ha risposto così:
"Davvero non era rigore? Pensavo che l'arbitro avesse impiegato molto tempo per prendere una decisione chiara".
Il “molto tempo” di cui parla Hitz, potrebbe essere uno dei fattori che inducono gli attaccanti a sbagliare. Complice anche la revisione al VAR, il giocatore incaricato di calciare la massima punizione, spesso deve aspettare con il pallone in mano qualche minuto.
Un’attesa lunga e logorante, che complica maledettamente il compito di chi deve cercare di trasformare il tiro dagli undici metri. Come ha confermato lo stesso Hitz:
"Più tempo ci vuole, maggiore è il vantaggio per il portiere. Forse è stato un errore da parte sua mettere la palla sul dischetto così presto".
Le statistiche di questi ultimi anni, dicono che in Europa la percentuale dei rigori sbagliata è aumentata di un 10 per cento: numeri che forse non dicono tanto, ma dietro i quali si potrebbero fare lunghe riflessioni. Come lo studio minuzioso e dettagliato di chi li calcia e appunto, dell’infinita attesa, figlia appunto dell’era VAR.
Ovviamente, come in ogni studio che si rispetti, ci sono le eccezioni, quei casi che sfuggono a qualsiasi tipo di analisi: come i tre rigori di fila sbagliati dalla Roma sempre giovedì sera o quel giocatore che non fallisce praticamente mai. Indifferente ai tempi di attesa o al portiere che gli sta davanti.
Un giocatore che, guarda caso, abbiamo proprio a Lugano. Vero Grgic?
Qui, però, ci vogliamo concentrare su un altro aspetto.
Al di là della prestazione di squadra dei renani (in un giovedì di festa con le vittorie di YB e Losanna) o della prodezza balistica di Shaqiri, uno degli episodi decisivi è stato senza dubbio il rigore parato da Hitz e calciato dall’ex attaccante del San Gallo Demirovic: un tiro nell’angolino basso, ben indirizzato, che il portiere del Basilea è andato a prendere allungandosi fino al palo sulla sua destra. Un intervento che nell’hockey avrebbero definito un “big save”.
Sul rigore, sembrato in verità discutibile, Hitz ha risposto così:
"Davvero non era rigore? Pensavo che l'arbitro avesse impiegato molto tempo per prendere una decisione chiara".
Il “molto tempo” di cui parla Hitz, potrebbe essere uno dei fattori che inducono gli attaccanti a sbagliare. Complice anche la revisione al VAR, il giocatore incaricato di calciare la massima punizione, spesso deve aspettare con il pallone in mano qualche minuto.
Un’attesa lunga e logorante, che complica maledettamente il compito di chi deve cercare di trasformare il tiro dagli undici metri. Come ha confermato lo stesso Hitz:
"Più tempo ci vuole, maggiore è il vantaggio per il portiere. Forse è stato un errore da parte sua mettere la palla sul dischetto così presto".
Le statistiche di questi ultimi anni, dicono che in Europa la percentuale dei rigori sbagliata è aumentata di un 10 per cento: numeri che forse non dicono tanto, ma dietro i quali si potrebbero fare lunghe riflessioni. Come lo studio minuzioso e dettagliato di chi li calcia e appunto, dell’infinita attesa, figlia appunto dell’era VAR.
Ovviamente, come in ogni studio che si rispetti, ci sono le eccezioni, quei casi che sfuggono a qualsiasi tipo di analisi: come i tre rigori di fila sbagliati dalla Roma sempre giovedì sera o quel giocatore che non fallisce praticamente mai. Indifferente ai tempi di attesa o al portiere che gli sta davanti.
Un giocatore che, guarda caso, abbiamo proprio a Lugano. Vero Grgic?