CALCIO ITALIANO
Diavolo di un Leao, entra e sbaglia
Pubblicato il 06.10.2025 05:08
di A. L.
Le spalle erano girate alla porta. Ha sentito il boato del pubblico. “L'ha parato?”, ha domandato. “No, alto” ha risposto il suo vice. Allegri, sconsolato, ha commentato: “Gli avevo detto di calciare di collo”. Pulisic poteva portare il Diavolo quasi in Paradiso, ma il suo tiro dal dischetto è stato inguardabile. Poi è entrato Leao e il Milan ha continuato a sprecare. Il portoghese ha preso a correre a suo modo. Ha avuto tra i piedi due clamorose occasioni, ma le ha malamente sciupate. Leggerezza? Superficialità? Imperizia? Mancanza di grinta? Questo è da tempo Leao. Sarà un grande incompiuto, nonostante il milanismo lo elevi a fuoriclasse. Cosa resta di Juve-Milan? È stata una partita a tratti noiosa e ai limiti dello scialbo. Le squadre erano votate a un chiaro e unico comandamento: primo non perdere; contando sull'errore dell'avversario. L'unico capace di illuminare il gioco è un croato di 40 anni, e la forza di Modric mostra la debolezza tecnica e agonistica del campionato italiano. Ma il Milan ne esce rinfrancato, le trasferte a Torino, sponda bianconera, sono sempre insidiose. Allegri ha trovato la quadra: la difesa è solida, si gioca in ripartenza, un tempo si parlava di contropiede. La stampa lo osanna, ora è tutto un tripudio. La Juve è alla ricerca di un'identità, che probabilmente non troverà mai. Il centrocampo è troppo muscolare, manca fosforo. Yildiz e Conceicao sono leggerini e vanno a strappi. E il suo migliore attaccante, Vlahovic, parte dalla panchina.