CALCIO ITALIANO
Sarà un duello tra Napoli e Inter
Pubblicato il 06.10.2025 04:25
di Silvano Pulga
Antonio Conte, sicuramente, è uomo di calcio di grande esperienza, e sa come fare a usare la dialettica per scaricare un po' del peso del pronostico sugli altri. A Milano, sponda nerazzurra, hanno diritto di arrabbiarsi, ovviamente. Tuttavia, il tecnico leccese non ha detto delle cose inesatte: ci sono, tra le rivali, squadre più esperte nella gestione Europa/campionato. E l'Inter, con due finali in 3 stagioni, e uno scudetto vinto di prepotenza nello stesso lasso di tempo, ne è la dimostrazione plastica. Nella Capitale morale fanno notare che il mercato azzurro è stato di spessore: verissimo. Ma è un dato di fatto che la Beneamata ha speso anche lei, e chiuso uno dei buchi decisivi nella stagione passata, conclusa con un pugno di mosche in mano (o un sacchetto di frutta, fate voi):  la qualità dei rincalzi. Ange - Yoan Bonny e Pio Esposito, per dire, sono i futuri attaccanti delle Nazionali francese e italiana; Manuel Akanji non dobbiamo certo presentarlo noi, ed è il titolare al centro della retroguardia arrivato a rendere la vita meno difficile a chi c'era già lo scorso anno. Il tutto inserito in un telaio collaudatissimo, che il nuovo tecnico ha avuto l'intelligenza di non stravolgere: e questi sono fatti oggettivi, che la quinta giornata della Serie A ha confermato. La dimostrazione che l'Inter se la potrà giocare sino in fondo, alla pari del Napoli e non un passo indietro, è stata la partita di Torino. Al netto dei rimpianti del Milan (ne parleremo più avanti), i ritmi della gara hanno sentenziato che gente come Francesco Acerbi e Stefan De Vrij hanno pieno diritto di cittadinanza nel massimo campionato della vicina Penisola. In Europa, quando s'inizierà a fare sul serio, le cose potrebbero cambiare: ma il nostro Akanji è lì proprio per questo. In definitiva, Antonio Conte è sicuramente scaramantico e scaltro; tuttavia, non è certo banale, con buona pace di chi vorrebbe fare lo stesso gioco pro domo sua. E, all'ombra della Madonnina, ci devono stare. Del Milan abbiamo già detto: con parte della campagna acquisti nerazzurra (i nomi sopra citati), sarebbe da scudetto. Santi Giménez, per ora, non ha il killer instinct, e Rafa Leão deve probabilmente decidere cosa fare da grande: in definitiva, manca l'attaccante da 20 gol a stagione (e almeno un centrale difensivo di spessore). Nonostante qualche collega, che frequenta come noi la sala stampa di San Siro, pensi che i rossoneri possano giocare senza centravanti, la partita di ieri ha detto che non è vero. E che, a questi ritmi, tanti giocatori ultratrentenni (e non solo Luka Modrić) possono tranquillamente dire ancora la loro. Discorso a parte meritano, in positivo e in negativo, Roma e Fiorentina. I giallorossi hanno trovato un'ottima quadratura, e possono fare benissimo in prospettiva, mentre la Viola appare in grande difficoltà. Molti avevano preconizzato che, con Stefano Pioli, ci sarebbe stato, a Firenze, il salto di qualità; i fatti, per ora, dicono il contrario. Il Como, infine, nel derby lombardo con l'Atalanta ha fatto benino, ma è stata la Dea a farsi preferire. Cesc Fàbregas dovrà cercare di dare la stessa intensità ai suoi per tutti i 90': quando calano fisicamente, i lariani arretrano, e vanno in difficoltà. Tra due settimane arriverà la Juventus: per gli azzurri, un altro esame di maturità.